Traffico di armi: 7 in carcere con l'operazione "Griso"
Acquistavano fucili, pistole e mitra in un'armeria di San Marino inviando la relativa documentazione attraverso la questura di Rimini. In questo modo i membri di un'organizzazione criminale acquistavano "regolarmente" armi di ogni tipo per poi renderle clandestine con l'abrasione della matricola e venderle al mercato nero realizzando guadagni milionari.
Al termine dell'operazione "Griso" gli agenti della Squadra mobile di Bari hanno arrestato sette appartenenti al gruppo con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'introduzione illegale di armi e munizioni sul territorio nazionale e al falso documentale, con l'aggravante della transnazionalità, nonché di altri reati connessi.
L'indagine ha preso il via da una segnalazione della Gendarmeria della Repubblica di San Marino relativa a una serie di acquisti di armi che presentavano delle anomalie.
La questura di Rimini ha analizzato tutta la documentazione degli acquisti fatti presso un'armeria sanmarinese compiacente e diretti a 24 intestatari di porto d'armi residenti nelle provincie di Foggia, Bari e Matera, tutti risultati inesistenti. Le licenze sono risultate falsificate sulla base di un documento originale autentico di cui era in possesso uno degli arrestati fino al 2010.
L'indagine, iniziata nel febbraio 2011, ha evidenziato come nel periodo che va dal novembre 2009 al gennaio 2011 l'organizzazione abbia acquistato 247 armi di ogni tipo che venivano inviate agli inesistenti destinatari ma che in realtà arrivavano sempre agli stessi due soggetti che le portavano in una villa di Andria, base logistica della banda. Qui venivano abrase le matricole, dopo di che le armi erano vendute al mercato nero e sparivano.
Nell'aprile 2011 il blitz nella villa, all'interno della quale sono stati ritrovati anche i timbri falsi e il materiale per la contraffazione delle licenze.
La Squadra mobile ha identificato i componenti dell'organizzazione grazie a intercettazioni telefoniche, ambientali, pedinamenti e appostamenti che hanno consentito anche di rintracciare il covo grazie al tracciamento di un pacco proveniente dalla Francia contenente alcuni silenziatori.
Gli investigatori hanno trovato otto armi sicuramente provenienti dall'armeria di San Marino, cinque con la matricola ancora intatta e tre già alterate ma identificate con un particolare procedimento chimico.