Enna: arresti nell'operazione "Nickname"

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In data 20.06.2013, personale del Commissariato di P.S. di Leonforte (EN) ha tratto in arresto, notificando loro la relativa ordinanza di custodia cautelare, quattro dei cinque soggetti risultati irreperibili nel corso dell'operazione "Nickname", conclusa dal medesimo Commissariato il 18 Giugno 2013.

I quattro soggetti si sono consegnati spontaneamente al Commissariato leonfortese, intuendo di non avere possibilità di sottrarsi alla giustizia.

Ammontano, pertanto, a 42 i soggetti tratti in arresto in seno all'articolata attività di indagine condotta dal Commissariato di Leonforte e diretta dalla D.D.A. di Caltanissetta. L'ordinanza cautelare, emessa su richiesta della DDA nissena dal GIP di Caltanissetta, già eseguita, è, infatti, di custodia in carcere per 26 degli indagati arrestati e di arresti domiciliari per altri 7; per i 5 minori, il GIP presso il Tribunale dei minorenni, su richiesta della competente Procura, ha emesso 4 ordinanze di custodia in carcere ed una di arresti domiciliari.

Il primo ad essere tratto in arresto è stato VALENTI Fabio, nato in Germania, classe '87, alias "u tedescu". Il Valenti era componente del trio di soggetti, insieme a Raccuglia Filippo e Prestifilippo Cirimbolo Nicolò (alias "cola u capizzuotu"), che collaboravano alacremente , nell'attività di spaccio, con Gazzo Filippo, che, a propria volta, rendeva conto al "capo" Massimiliano Scaminaci. Era proprio Valenti ad avvisare il Gazzo Filippo della presenza della Polizia all'interno della villa comunale agirina: "ci sono i cani senza…", ossia i poliziotti senza divisa, quindi in borghese. Il Valenti è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

Tratto in arresto anche MANGIONE Natale, nato a Leonforte, classe '87. Il Mangione risultava essere il terminale leonfortese dell'associazione capeggiata da Pietro Cuccia, alias "zio Giulio". Il Mangione veniva, infatti, rifornito di stupefacente dal Buscemi Sebastiano, alias "u suopu", che a propria volta doveva fare riferimento al leader indiscusso Pietro Cuccia. Il Mangione più volte si vantava di gestire lo spaccio presso "tutti i circolini di Leonforte", ed esaltava, altresì, il proprio modus operandi, grazie al quale "in sette anni che spacciava non lo avevano mai preso". Il Buscemi ed il Mangione affermavano come, grazie al loro sodalizio, il "francese" (ossia Chiovetta Adriano Sebastiano, altro arrestato odierno) fosse "fallito". Il Mangione è stato condotto presso il carcere di Caltanissetta.

Quindi, sono stati tratti in arresto CHIOVETTA Adriano Sebastiano, nato in Francia, classe '85, alias "u francisi" e MINNI' Giuseppe, nato ad Enna, classe '83, alias "Giuseppe mazza". Il Chiovetta era uno dei più solerti collaboratori dell'organizzazione capeggiata dal Cuccia Pietro, ed era il componente di un'intera famiglia al soldo di quest'ultimo. Infatti la moglie Minni' Maria Antonella, il suocero Minni' Mario (che faceva da custode dello stupefacente), la suocera Palmisano Venerina (che faceva da ragioniera dell'organizzazione), ed il cognato Minni' Giuseppe (l'altro arrestato odierno) erano a disposizione del Cuccia. Non mancavano i momenti di attrito anche all'interno del medesimo nucleo familiare, in specie allorquando la Palmisano Venerina lamentando alla figlia Minni' Maria Antonella come il marito di quest'ultima, Chiovetta Adriano Sebastiano, fosse più fortunato nello spaccio rispetto al Minni' Giuseppe, chiedeva venisse "dato di più" per la custodia della droga a lei e al marito "depositario" Minni' Mario, altrimenti avrebbero provveduto a "buttare fuori" la droga. La Minni' Maria Antonella, nella circostanza, ribatteva affermando che il marito fosse sì più fortunato, ma anche più abile e solerte, e rischiasse molto di più. Il legame dell'intero nucleo familiare con i fratelli Cuccia era molto forte, tanto che, allorquando il personale del Commissariato leonfortese, nel Giugno del 2011, traeva in arresto in flagranza di reato il Chiovetta Adriano ed il suocero Minni' Mario, erano proprio i fratelli Cuccia ad inviare l'avvocato per la difesa legale dei due arrestati presso il Commissariato leonfortese. Varie sono le cessioni di stupefacente del "francese" anche a minorenni. Il Chiovetta ed il Minnì sono stati tradotti presso il carcere di Enna.

Ad oggi residua un solo latitante in seno all'indagine "Nickname".

21/06/2013
Parole chiave:
fatti del giorno