Lucca: adescava bambine sul web
Adescava bambine su facebook e per farlo aveva creato un falso profilo con tanto di foto e post scritti ad hoc. Ma dietro Silvia Bini, 11enne studente delle scuole medie, si celava in realtà un ragazzo di 22 anni, D.P. le iniziali, disoccupato residente a Viareggio, che collezionava foto e materiale pedopornografico.
Quasi 10mila file metodicamente archiviati in 6 hard disk esterni e nel pc portatile, è quanto hanno ritrovato gli uomini della polizia postale, a casa del giovane. Inequivocabile il contenuto: bambini piccoli, piccolissimi, in alcuni casi addirittura di pochi mesi, sottoposti a sevizie ed ad abusi sessuali.
Le indagini erano partire mesi fa grazie alle denunce di 5 genitori, 3 di Lucca e 2 di Viareggio, i quali monitorando le chat e il profilo facebook delle proprie figlie, tutte 11enni, avevano sospettato che ci fosse qualcosa che non andava in quell'amica, Silvia Bini, che chiedeva foto e atti di autoerotismo, invitando le ragazzine a connettersi con skype o a riprendersi con la webcam.
E alcune hanno ceduto, incuriosite forse: adesso, stando a quanto riferito dagli inquirenti, le loro foto potrebbero essere tra quelle archiviate dal giovane o addirittura essere state messe in rete sui canali utilizzati dai pedofili.
La polizia è risalita all'utenza telefonica corrispondente al profilo della sedicente bambina: nell'abitazione a cui era allacciata l'utenza, non abitava nessuna 11enne, bensì un uomo di 53 anni e il figlio di 23. Il caso è finito quindi sul tavolo della procura della repubblica di Firenze competente per reati di questo genere che ha disposto la perquisizione. Esaminato il pc del giovane con un programma apposito, sono saltate fuori le immagini e i video incriminati. Il tutto in quantità abnorme, come detto, tanto che è stato possibile procedere subito all'arresto del ragazzo che adesso si trova ai domiciliari.
Il materiale è stato sequestrato e verrà attentamente analizzato dalla polizia: le immagini saranno infatti inserite in una banca dati di Lione, l'obiettivo è quello di collocare le foto in un ambito territoriale e cercare di identificare le vittime degli abusi.