Ragusa: in carcere gli scafisti della morte
Sono accusati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e del mancato soccorso di due migranti affogati in mare, i due nordafricani arrestati dagli uomini della squadra mobile di Ragusa.
Tutto è cominciato con un evento del tutto ordinario per le forze di polizia siciliane: l'arrivo, l'8 agosto, nel porto di Pozzallo, vicino Ragusa, di un gommone trainato da un mercantile che lo aveva soccorso in acqua internazionali.
Nei 13 metri dello scafo erano stipati oltre cento pachistani che dopo esser stati portati a terra e soccorsi hanno raccontato della morte di due connazionali caduti in mare.
All'interno del gommone c'erano anche due nordaficani: un libico di 23 anni con precedenti penali in Italia ed un egiziano di 24 anni.
I poliziotti sospettando che i due fossero in realtà gli scafisti che avevano organizzato la traversata, hanno chiesto la collaborazione dei migranti per ricostruire la dinamica degli eventi.
Compreso che i clandestini erano terrorizzati dalla presenza dei due, i libici venivano allontanati e portati in un altro centro.
Nei giorni successivi gli investigatori hanno così potuto acquistare la fiducia del profughi che hanno descritto le minacce subite da parte dei due durante tutto il viaggio e anche dopo, all'arrivo.
I migranti hanno anche rivelato come, durante il viaggio, due connazionali fossero caduti in mare senza che gli scafisti si preoccupassero di tentare un recupero dei malcapitati.
Come se nulla fosse, il gommone ha proseguito la sua corsa lungo la rotta senza soste o ricerche dei due, sicuramente morti tra le onde.
(modificato il 20/08/2013)