Como: arrestato per frode informatica
Già il 26/6/2012 la Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano, traeva in arresto in Lombardia, in esecuzione di ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari di Milano, alcune decine di persone, tra cui un 35enne cittadino italiano residente in Alserio (CO), gravemente indiziato di fare parte di un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di intrusioni e frodi informatiche, frodi mediante carte di credito ed altro, ai danni di istituti di credito e Poste Italiane.
Le indagini sono comunque proseguite ed il 19/9/2013 la Polizia Postale e delle Comunicazioni di Como con la Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano, coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano, cui compete questo tipo di reati, eseguiva una nuova ordinanza del GIP traendo nuovamente in arresto lo stesso soggetto, nel frattempo sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, riconducendolo al carcere di San Vittore di Milano a fronte della specifica reiterazione dell'illecita condotta anche in regime coercitivo.
Durante la perquisizione domiciliare disposta, veniva sequestrato non solo un PC portatile, attualmente al vaglio della Polizia Postale e delle Comunicazioni, computer che il soggetto teneva occultato nel sottotetto della propria casa, ma anche alcune chiavette internet utilizzate per collegarsi e commettere reati tramite la rete. Quest'ultime erano state accuratamente nascoste all'interno di un fienile adiacente all'abitazione. Il possesso di detta strumentazione elettronica gli era stata vietata all'inizio della sottoposizione alla misura degli arresti domiciliari.
Nell'ambito di questa operazione di polizia veniva perquisito anche l'ufficio postale di Como Centro, poiché un dipendente di Poste Italiane, residente a Como, risulta a sua volta iscritto tra gli indagati in quanto gravemente indiziato d'aver collaborato col 35enne di Alserio fornendo all'organizzazione, che questi rappresenta, decine di codici di carte ricaricabili PostePay, affinché venissero clonate e "prosciugate". Lo stesso avrebbe fornito anche molte carte PostePay e SIM PosteMobile che egli stesso intestava ad inconsapevoli cittadini comaschi. Perquisite anche quattro abitazioni riconducibili al dipendente di Poste Italiane.
Il danno complessivo non è ancora stato quantificato, ma si sospetta ammonti ad oltre 100.000,00 (centomila) Euro, e sono stati individuati
più di 50 soggetti parti lese .
Si sottolinea che proficua è stata la collaborazione con il Fraud Management interno a Poste Italiane SpA, che ha contribuito fornendo
informazioni e supporto alle indagini della Polizia Postale.