Estorsioni "Made in China", 7 arresti a Milano
Sfruttavano giovanissime connazionali facendole prostituire ed estorcevano denaro ai commercianti del quartiere: così alcuni cittadini cinesi sono finiti in manette grazie alla Squadra mobile di Milano.
Estorsioni e sfruttamento della prostituzione le accuse a carico dei sette cinesi, di età compresa tra i 27 e i 32 anni, arrestati questa mattina, che avevano dato vita ad una vera e propria associazione per delinquere.
A capo dell'associazione criminale c'erano un 31enne e il suo vice e coetaneo che prima di unirsi erano a capo di due diverse bande di
taglieggiatori.
Gli episodi di estorsione tentata o consumata sono 28 nell'arco di otto mesi di indagini, la maggior parte dei quali nei confronti prostitute o di
tenutari di piccoli bordelli ma anche di attività lecite come sale giochi e internet-point gestiti da loro connazionali (e che avevano come
clienti quasi esclusivamente cittadini orientali) attivi sia nella chinatown meneghina che in zona Mac Mahon e piazza Pompeo Castelli.
L'indagine è iniziata nell'aprile 2012 dopo che una telefonata al 113 fatta da un anonimo con chiaro accento orientale aveva segnalato la
presenza di quattro persone che pretendevano del denaro dalla tenutaria di un
bordello. Gli agenti delle Volanti intervenuti avevano fermato i quattro, due dei quali sono tra i destinatari dei provvedimenti di custodia
cautelare eseguiti tra il 14 e il 16 ottobre scorso.
L'operazione, condotta dagli investigatori della seconda sezione della Squadra mobile è stata denominata "Hong bao" che in cinese significa
"busta rossa", termine con il quale si indica la riparazione di un'offesa o di un contrasto attraverso una somma di denaro. In questo caso si
intende il "pizzo" - che si aggirava sui 300 euro mensili - che le vittime dovevano pagare agli arrestati.