Cocaina dall'Olanda, 14 in carcere con l'operazione "Makoku"
La cocaina arrivava dall'Olanda per essere spacciata in tutta la provincia di Genova da una banda di albanesi che utilizzava anche manovalanza italiana.
La Squadra mobile del capoluogo ligure, al termine dell'operazione "Makoku", ha interrotto i traffici dei malviventi arrestando sette persone con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Sale così a 14 il numero complessivo delle persone finite in carcere nell'ambito della stessa indagine; infatti negli anni precedenti gli investigatori avevano già arrestato in flagranza di reato altri sette appartenenti al gruppo criminale. Più di 20 le perquisizioni domiciliari svolte a carico degli arrestati e di altre 12 persone indagate in stato di libertà.
Alla fase finale dell'operazione hanno collaborato gli agenti delle Squadre mobili di Milano, Prato, Pistoia, Alessandria e Cuneo, quelli dei commissariati di Chiavari e Rapallo, con l'ausilio del Reparto prevenzione crimine Liguria e di alcune unità cinofile della questura di Genova.
Nel 2010 gli uomini della Mobile, partendo da alcune informazioni raccolte dagli agenti del commissariato di Chiavari relative ad accese discussioni tra gruppi di albanesi rivali che si contendevano il mercato della droga, hanno iniziato a tener sotto controllo alcuni spacciatori.
Dopo pedinamenti e appostamenti, gli investigatori sono riusciti a individuare l'organizzazione criminale ricostruendone organigramma e modus operandi.
Il capo è un 37enne di origine albanese, arrestato la notte scorsa a Milano mentre si preparava a fuggire in Svizzera. Suo braccio destro un 36enne suo connazionale residente in Francia e domiciliato a Ginevra (Svizzera). Quest'ultimo aveva il ruolo di raccolta del denaro. L'uomo è stato localizzato dalla polizia elvetica su impulso del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia - Divisione interpol.
Erano proprio loro che importavano la cocaina per poi smistarla verso numerose province, dove altri appartenenti al gruppo provvedevano alla vendita al dettaglio.
La droga arrivava dall'Olanda tramite corrieri appositamente assoldati, che a bordo di autovetture, la portavano in Lombardia; qui gli stupefacenti venivano divisi per rifornire le piazze di Milano e Bergamo. Una parte della merce veniva poi inviata in Toscana, per essere smerciata a Prato e Pistoia.
Ogni 2 o 3 mesi poi, una certa quantità di cocaina veniva portata in Liguria, dove veniva stoccata a Chiavari. Successivamente veniva tagliata e le singole dosi alimentavano il mercato della provincia di Genova.
L'organizzazione aveva tra i suoi clienti anche alcuni insospettabili liberi professionisti, artigiani e piccoli imprenditori, tutte persone con rilevanti disponibilità economiche, che acquistavano cocaina anche più volte la settimana. È stato accertato inoltre che spesso venivano soddisfatte anche richieste provenienti da clienti di Montecarlo.
L'indagine si è svolta con il coordinamento del Servizio centrale operativo (Sco) e con la collaborazione della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa) e del Servizio interpol che ha consentito lo svolgimento di contestuali attività di polizia giudiziaria in Svizzera e Albania, effettuate dalle polizie di questi Paesi.
(modificato il 20/11/2013)