Caserta: sequestro, socialmente pericoloso, in quanto indiziato di appartenenza a un’associazione mafiosa e persona che “vive abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose"

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La Polizia di Stato di Caserta, questa mattina, nell’ambito di una più ampia strategia finalizzata a contrastare l’accumulazione dei proventi delle attività delittuose da parte di organizzazione criminali operanti nella provincia casertana, ha eseguito, attraverso investigatori della Divisione Anticrimine della Questura e del Servizio Centrale Anticrimine, un decreto di sequestro di beni emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione di S. Maria C.V. (Presidente Casella, estensore Balato) su proposta formulata dal Questore della provincia di Caserta, nei confronti di un soggetto, già condannato in via definitiva dalla Corte di Appello di Napoli per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento all’immigrazione clandestina e ritenuto, dal Tribunale che ha emesso il sequestro, socialmente pericoloso, in quanto indiziato di appartenenza a un’associazione mafiosa e persona che “vive abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose”.Il provvedimento,  che ha ad oggetto due unità immobiliari, quattro società con annessi beni strumentali, diversi rapporti finanziari e bancari, autovetture ed un’imbarcazione per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro, rappresenta l'epilogo di una complessa e articolata indagine che ha permesso di ricostruire l’asset patrimoniale e finanziario nella disponibilità diretta ed indiretta (tramite i suoi familiari) del proposto, che si ritiene sia stato acquisito con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo. Al fine poi di disvelare l'origine illecita del rilevante patrimonio accumulato dal proposto e dal suo nucleo familiare è stata acquisita, con riferimento all'ultimo ventennio, copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita di beni, di quote societarie nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo l'intero nucleo familiare investigato, verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica. Il materiale così reperito è stato oggetto di circostanziati approfondimenti di natura patrimoniale che hanno permesso di accertare, allo stato del procedimento, che gran parte delle attività e dei beni entrati nella disponibilità del proposto e dei propri stretti congiunti sono stati acquisiti con proventi, ottenuti grazie alla stretta contiguità del proposto con la consorteria criminale denominata “clan Belforte” attiva nel comune di Marcianise e territori limitrofi. Durante la fase di esecuzione gli operanti si sono avvalsi di unità cinofila anti valuta della Guardia di Finanza nonché del servizio veterinario dell’Asl di Caserta.

22/02/2024
(modificato il 07/08/2024)
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