Foggia: botte in famiglia, arrestato tunisino
Personale della III sezione della Squadra mobile di Foggia ha dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di un cittadino tunisino, per i reati di maltrattamento e lesioni gravissime, in danno della sua convivente e dei figli minori, nonché della cognata della convivente e dei figli minori di questa, di anni 2 e 3 che, nei giorni scorsi, erano stati ricoverati d'urgenza presso il policlinico del capoluogo pugliese per gravi lesioni.
Dai primi accertamenti emergeva che le lesioni erano state cagionate dal convivente tunisino della cognata, che si trovava detenuto presso la casa circondariale di Foggia poiché poco prima era stato tratto in arresto per detenzione di sostanza stupefacente.
La madre dei minori precisava che dal mese di gennaio 2014 si era trasferita unitamente ai suoi bambini presso l'abitazione ove viveva la sorella del padre dei bambini (dal quale si era separata dal novembre 2013), unitamente all'indagato, suo compagno, ed anche ai due figli minori della coppia.
Dopo un breve periodo iniziale in cui tra i due vi era stato un buon rapporto, la situazione era degenerata e l'uomo aveva iniziato a manifestare un'aggressività spropositata nei confronti dei figli della donna, cagionando loro le gravi lesioni per futili motivi. La donna precisava che la bambina, mentre si trovava ricoverata in ospedale, le aveva fatto un gesto con le mani facendole intendere che le lesioni che aveva le erano state cagionate con un accendino.
La madre dei minori indicava che nel mese di febbraio l'indagato in più occasioni le aveva chiesto che i suoi figli dormissero nel letto con lui e che aveva acconsentito a ciò nel timore che anche lei venisse picchiata.
La stessa confessava di intrattenere una relazione sentimentale con l'indagato e precisava di non averlo mai denunciato perché lui non la faceva uscire di casa e perché aveva paura che le sarebbero stati tolti i figli.
Ai bambini, ricoverati in ospedale, venivano riscontrate lesioni guaribili con una prognosi superiore ai 40 giorni.
Nel corso delle indagini è stato sequestrato un telefono cellulare appartenente all'indagato nella cui memoria sono registrate immagini dove si intravede uno dei minori giocare con due panetti di droga, verosimilmente "hashish" e quattro cinture di pelle e metallo che l'uomo deteneva nella propria camera da letto e che sono state riconosciute dalla madre dei minori coinvolti come quelle utilizzate dallo stesso per frustare i propri figli.