Affari in Versilia: arrestati 18 camorristi
Le Squadre mobili di Caserta e Firenze, coordinate dal Servizio centrale operativo, hanno arrestato 18 persone; tredici sono finite in carcere e cinque ai domiciliari; tutti sono affiliati al clan camorristico dei Casalesi e in particolare alle famiglie Schiavone-Iovine-Russo.
L'indagine ha consentito ai poliziotti di ricostruire dettagliatamente le estorsioni commesse in un primo momento dalla famiglia Iovine e successivamente dalla famiglia Russo. In particolare nella zona di Viareggio (Lucca) dove le richieste alle vittime, quasi tutti imprenditori, variavano dai 3mila ai 10mila euro. In un'occasione la richiesta del pizzo ha toccato addirittura i 40mila euro.
Oltre alle estorsioni il clan dei Casalesi gestiva un traffico di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina, servendosi di collaboratori casertani, che partendo dalla città campana con grandi quantità di droga, le trasportavano ogni settimana nelle diverse province della Toscana.
Contestualmente agli arresti, gli agenti hanno anche eseguito numerose perquisizioni.
I reati contestati, a vario titolo, sono di associazione mafiosa, di concorso esterno in associazione mafiosa, detenzione di armi, estorsione, traffico e spaccio di stupefacenti.
Dalle indagini, svolte in numerose località del territorio nazionale, è emerso che un gruppo di imprenditori provenienti dalla zona di Gricignano d'Aversa (Caserta) da oltre 30 anni in Toscana (in particolare in Versilia) era ormai diventato un punto di riferimento per gli affari illeciti del clan dei Casalesi. Fornivano il supporto logistico e agevolavano la latitanza degli affiliati. Grazie a loro, il clan è riuscito a introdursi nel tessuto economico di quella regione investendo grandi capitali in attività commerciali e imprenditoriali.