Foreign fighters

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L'obiettivo della Presidenza italiana di turno dell'UE consiste nel migliorare la capacità di risposta degli Stati dell'Unione Europea alla minaccia degli estremisti che dall'Europa hanno raggiunto o intendono recarsi nei teatri di conflitto interetnico o religioso: è questa una delle sfide principali cui il Terrorism Working Party, il gruppo di lavoro del Consiglio Europeo sul terrorismo, è chiamato a rispondere durante il Semestre di Presidenza italiana.

Ben conscio dei rischi per la sicurezza sottesi al ritorno dei cosiddetti foreign fighters in territorio europeo, nell'ambito della sua Presidenza l'Antiterrorismo italiano intende mettere a punto un incisivo pacchetto di misure che mirano, in via prioritaria, ad accrescere la qualità della cooperazione operativa tra gli Stati maggiormente interessati da questo fenomeno, anche attraverso la valorizzazione e l'affinamento di strumenti di collaborazione già esistenti.

Già in sede di pianificazione delle citate misure, grazie anche ad una costante ed attenta opera di coordinamento con altre progettualità dipartimenali da parte dell'Ufficio "Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia", sono stati previsti specifici obiettivi strategici che oggi risultano in buona parte già conseguiti (si fa riferimento alla creazione di Squadre operative multinazionali ad hoc per il contrasto al fenomeno terroristico; alla definizione delle "Linee Guida per l'implementazione della Strategia dell'Unione europea per il contrasto della radicalizzazione e del reclutamento per il terrorismo"; al consolidamento di un approccio comune e individuazione delle buone pratiche inerenti alle attività terroristiche condotte da attori individuali o micro-cellule; all'approccio comune per individuazione delle buone pratiche inerenti a mezzi e metodologie insidiosi utilizzati a fini terroristici). Un bel risultato della Presidenza italiana!

Il fenomeno dei cc.dd. "Foreign Fighters" desta oggi serie preoccupazioni non solo a livello di Unione europea ma anche a livello nazionale di singoli Stati Membri.

Le situazioni di conflitto interetnico/religioso che hanno interessato e continuano a interessare alcuni Stati della sponda sud del Mediterraneo e dell'area medio-orientale, generano riflessi negativi sulla cornice di sicurezza interna e dei Paesi dell'Unione Europea.

In particolare, la crisi in atto nel quadrante siro-iracheno, determina l'esposizione dei Paesi dell'UE alla minaccia derivante dal terrorismo di matrice politico-confessionale, segnatamente quello qaedista, soprattutto in ragione della consistente presenza di giovani convertiti all'islam partiti dai paesi europei, Italia inclusa, nelle più agguerrite milizie jihadiste/qaediste attive in quel teatro, prime fra tutte l'Islamic State (già ISIS) e Jabhat al Nusra.

La tematica dei Foreign Fighters nell'ambito del Consiglio GAI del 9 ottobre 2014

Il Consiglio GAI del 9 ottobre scorso ha a lungo dibattuto in merito al fenomeno dei combattenti stranieri e di coloro che ritornano in Europa dopo aver combattuto in Siria e, da ultimo, in Iraq, sul quale aveva già accentrato la propria attenzione in diverse occasioni, così come del resto fatto dallo stesso Consiglio europeo, da ultimo lo scorso 30 agosto.

La discussione, evidenziando l'urgenza del problema, ha permesso al Consiglio di fornire le linee guida su due temi centrali, quali la finalizzazione del lavoro già avviato sul PNR UE, attraverso una ripresa dei contatti che dovrà avvenire ad opera della stessa Presidenza con il PE, che nell'aprile 2013 respinse la proposta di direttiva sulla quale il Consiglio aveva raggiunto un general approach e la migliore attuazione dei controlli alle frontiere esterne attraverso una piena utilizzazione del SIS II anche nei confronti di chi gode del diritto alla libera circolazione all'interno del territorio UE.

Su questo secondo aspetto, in particolare, si è registrata un'unanimità di vedute sulla necessità di pervenire ad un'interpretazione della vigente normativa tale da consentire un controllo mirato sulle persone che possono essere considerate come rientranti nella categoria in argomento. Il Consiglio ha, inoltre, approvato l'avvio di una serie di specifiche azioni da parte dei diversi attori competenti nel settore, dirette ad attuare in tempi rapidi il pacchetto delle 22 misure decise dal Consiglio dello scorso giugno.

A tale riguardo tra le citate specifiche azioni è stato inserito un paragrafo sulla costituzione di Squadre multinazionali ad hoc sui foreign fighters per promuovere lo scambio di informazioni su fatti e condotte che rappresentano una potenziale minaccia per due o più Stati Membri e, su base volontaria, di una rete di punti di contatto nazionali specializzati in questo fenomeno. Un ulteriore valore aggiunto è rappresentato dal fatto che gli MHT possono essere costituiti su base volontaria tra gli uffici antiterrorismo dei Paesi membri interessati ed anche con Paesi terzi (quali ad esempio USA e Turchia, che possono scambiarsi in tempo reale informazioni sui combattenti recatisi e/o provenienti dai teatri di conflitto). Tale iniziativa costituisce un successo della Presidenza che, dall'inizio del proprio mandato, ha fortemente auspicato la possibilità di disporre di tali strumenti. Il tema dei foreign fighters sarà nuovamente ripreso dal Consiglio in occasione della sessione di dicembre.

E' stata altresì predisposta, d'intesa con il Segretariato generale e il Coordinatore antiterrorismo, una roadmap degli impegni che dovranno essere seguiti nei prossimi mesi per attuare le conclusioni dell'ultimo GAI.

Per rendere più sicuri gli Stati in caso di rimpatrio dei combattenti stranieri appare necessario dare sollecita esecuzione agli impegni elencati nella citata roadmap.

I Foreign Fighters nelle discussioni in ambito dei Comitati Cosi del 10 novembre 2014 e Cats dell'11 novembre 2014

In data 10 novembre 2014 il Comitato per la Sicurezza interna (COSI ) ha affrontato la tematica dei Foreign Fighters con riferimento alla road map sugli impegni che dovranno essere seguiti nei prossimi mesi per attuare le conclusioni dell'ultimo GAI. In particolare sono stati discussi i temi relativi alla proposta di direttiva P.N.R. (passengers name record) al fine di arrivare ad una sua approvazione nel Parlamento europeo entro la fine dell'anno e quello relativo al potenziamento e migliore utilizzo della Fusion Task Force all'interno di Interpol (Task Force creata con precise finalità antiterrorismo che ben si adatta al contrasto del fenomeno dei Foreign Fighters). In tema di lotta al terrorismo durante la citata riunione è stato inoltre presentatodalla Presidenza italiana e dalla delegazione austriaca, un documento riguardante la minaccia jihadista proveniente dai Balcani occidentali. La Presidenza italiana ha attirato l'attenzione sugli elementi che sono emersi per un approccio globale ed integrato nella lotta ai "Foreign Fighters" ritenendo necessario immaginare non solo strumenti di prevenzione e di contrasto rispetto a tale minaccia ma valutare altresì di affrontare con attenzione anche i problemi di coesione sociale prestando attenzione al c.d. "Islam moderato". La Presidenza italiana sta valutando la possibilità di prevedere una apposita riunione del Comitato COSI dedicato ai temi dell'antiterrorismo da approfondire prima del Consiglio GAI di dicembre.

In data 11 novembre durante la riunione del Comitato ex art.36 (CATS) sono state affrontate le medesime tematiche discusse in COSI ma con particolare riferimento ai profili normativi attinenti alla proposta di direttiva P.N.R. già citata.

30/06/2014
(modificato il 19/11/2014)
Parole chiave:
Semestre europeo