Droga e merci proibite in carcere, 16 in manette
Avevano organizzato un fiorente commercio i 16 appartenenti al gruppo criminale arrestati questa mattina dagli uomini della Squadra mobile di Padova, al termine dell'operazione "Apache", con l'accusa di traffico di sostanze stupefacenti e corruzione di pubblici ufficiali. Una trentina le perquisizioni svolte in diverse città italiane.
Il gruppo criminale era specializzato nel far arrivare merce proibita all'interno del carcere padovano, soprattutto droga e materiale tecnologico come telefoni cellulari, chiavette usb, hard disk e schede sim.
La merce arrivava così ai detenuti, alcuni dei quali in massima sicurezza perché appartenenti a importanti cosche mafiose.
Le indagini, coordinate dal Servizio centrale operativo (Sco) e dalla Direzione centrale servizi antidroga (Dcsa), hanno accertato che il traffico avveniva grazie a sei agenti penitenziari corrotti, arrestati insieme a un avvocato del foro di Rovigo e altre otto persone che si occupavano di reperire la merce da consegnare in carcere. L'ultimo a finire in manette è stato un uomo che durante una perquisizione è stato trovato in possesso di oltre due chili di marijuana.
L'attività investigativa si è sviluppata partendo dal monitoraggio svolto su un gruppo di spacciatori attivo nel centro cittadino. Dalle intercettazioni telefoniche è emerso il contatto con gli elementi del gruppo criminale per il rifornimento di droga da vendere ai detenuti.
L'organizzazione agiva come una specie di tribù, che manteneva stretti contatti con i detenuti, i loro familiari e con ex reclusi.
Il leader della banda era chiamato "Grande capo", come il comandante degli indiani Apache (da cui deriva il nome dell'operazione), ed era colui che percepiva, anche tramite vaglia postali, i pagamenti per le merci consegnate. I prezzi oscillavano tra 200 e 500 euro, a seconda che si trattasse di eroina, cocaina, hashish, metadone, o altri tipi di oggetti.
Ai fini del buon esito delle indagini, si è dimostrata essenziale la collaborazione investigativa con la Polizia penitenziaria, che ha strettamente cooperato con la Squadra mobile di Padova.
L'operazione di questa mattina, è stata condotta a termine con l'ausilio Reparto prevenzione crimine di Padova, delle Squadre mobili di Belluno, Lecce, Matera, Napoli, Rovigo, Salerno, Torino, Trieste, Venezia, Varese, Verona, Vicenza e del commissariato di Porto Tolle (Rovigo).