Truffe: finti poliziotti in azione
Dai sondaggi emerge sempre di più che gli italiani si avvicinano con fiducia alla Polizia. A dimostrarlo sono proprio i truffatori che, per avvicinare le potenziali vittime, non esitano a travestirsi da poliziotti.
Dopo i falsi preti, i finti operai dell'Enel o le sedicenti missionarie, la nuova minaccia arriva dai finti uomini in divisa. Chi, infatti, non aprirebbe la porta di casa a due gentili poliziotti che segnalano una perdita di gas? È successo, il mese scorso, a una novantenne di Milano che in questo modo è stata derubata dei propri gioielli.
I malviventi colpiscono, secondo gli ultimi casi di cronaca, soprattutto al Nord e le vittime più colpite - come dimostrano le denunce - sono le persone di età compresa tra i 60 e i 90 anni. La loro fiducia nei tutori dell'ordine e della sicurezza viene però tradita da chi si presenta così per poi rubare soldi, orologi o altri gioielli.
Nelle ultime settimane sono finiti nella rete dei criminali anche cittadini extracomunitari. A Torino per esempio si è assistito a vere e proprie scene da poliziesco americano dove, al grido di "Fermo, polizia, mani contro il muro", i malviventi fingevano improvvise perquisizioni verso gli extracomunitari per rubargli portafogli e telefonini. Ma l'intervento della vera polizia ha permesso di arrestare i finti "sbirri" che agivano nella zona Barriera di Milano e in corso Principe Oddone usando anche un auto rubata.
Non nuova, ma sempre attuale la truffa che corre anche sul filo del telefono, per falsi abbonamenti alla rivista ufficiale della Polizia. "Siamo la rivista della Polizia di Stato, vuole abbonarsi?" Questa è la frase classica utilizzata dai malintenzionati. Ma "Poliziamoderna"
, l'unica, vera, rivista ufficiale avverte: "Se qualcuno vi ha chiamato pubblicizzando un mensile dai colori d'ordinanza, toglietevi ogni dubbio: non eravamo noi. Noi non telefoniamo a casa, non facciamo pubblicità porta a porta, non chiediamo denaro a chi non fa richiesta di abbonamento".
In ogni caso se avete un dubbio, anche minimo, che la persona davanti a voi non sia quella che dice di essere chiamate il 113 o rivolgetevi al commissariato più vicino. È l'unico modo per cercare di non cadere nella trappola.
(modificato il 30/06/2016)