Genova: il rame era un "affare di famiglia"

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Per i 4 rumeni, arrestati dagli investigatori della polizia a Genova, il rame era un affare di famiglia. I quattro infatti, tutti parenti, sopravvivendo con lavori saltuari in Italia avevano deciso di mettere in piedi, nel capoluogo ligure, una ditta di furti di rame.

Tutto ciò che riguardava l'oro rosso riguardava anche loro: furto e ricettazione del prezioso metallo ma anche reati ambientali per il non corretto smaltimento delle guaine e violazioni relative all'interruzione dei servizi pubblici di trasporto.

I quattro operavano soprattutto lungo le linee ferroviarie ma ovunque c'era da rubare rame li c'era il oro zampino; le indagini del Compartimento di polizia ferroviaria per la Liguria iniziate nel maggio scorso, sono riuscite a ricollegare alla banda almeno 70 reati.

La quantità non era un problema per questi ladri: se il peso del metallo era poco, il rame veniva nascosto lungo linea altrimenti veniva trasportato e nascosto nel territorio montagnoso della provincia.

L'unica accortezza utilizzata era quella di rivenderlo ad ignari gestori di depositi di rottami, poco per volta: 50-70 chili non di più e nessuno faceva domande sulla provenienza.

Gli affari giravano talmente bene che un componente della banda ha rottamato la sua vecchia utilitaria per sfoggiare subito dopo una fiammante Bmw con la quale sfrecciava a tutta velocità sulle autostrade liguri. Per pedinarlo i poliziotti sono stati costretti a inserire sulla macchina un dispositivo Gps che permettesse di pedinarlo senza utilizzare una supercar.

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati tre mila chili di rame per un valore di circa 15 mila euro.

28/11/2014