Furti a caveau e assalti a portavalori, 13 arresti con "Goldfinger"
È stata chiamata operazione "Goldfinger" quella conclusa questa mattina dalla Polizia di Stato pugliese, che ha portato all'arresto di 13 persone, 9 in carcere e 4 ai domiciliari, e alla notifica di due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
L'operazione è in realtà l'epilogo di due indagini distinte, una svolta singolarmente dalla Squadra mobile di Foggia, l'altra in collaborazione con gli omologhi uffici di Bari e Lecce, entrambe con la supervisione del Servizio centrale operativo (Sco) di Roma.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, furto, ricettazione, detenzione e porto illegale di armi da guerra.
La prima inchiesta ha fatto luce sull'attività di un'organizzazione criminale specializzata in furti ai caveau. Il gruppo, formato da appartenenti alle malavite foggiana e romana, è accusato in particolare di aver compiuto il furto al caveau del Banco di Napoli, effettuato a Foggia nel marzo 2012, e di aver tentato un analogo colpo a due gioiellerie del centro commerciale "La mongolfiera" nell'agosto dello stesso anno.
Il furto nella banca fruttò alla banda circa 15 milioni di euro, tra contanti, valori e preziosi contenuti all'interno di 165 cassette di sicurezza.
L'indagine nasce dall'intuizione di un poliziotto della Mobile. Durante il sopralluogo successivo al furto nel caveau, l'agente si accorse che per due volte passò davanti alla banca un pregiudicato già condannato in passato per reati di quel genere.
Insospettiti da quella strana coincidenza gli investigatori misero sotto controllo l'uomo, scoprendo l'organizzazione di cui faceva parte e il suo modus operandi.
Il furto al caveau fu portato a termine grazie alla complicità di alcune guardie particolari giurate che aiutarono i criminali ad acquisire informazioni preziose, in particolare accedendo nei locali della banca in orari non consentiti. In quel modo i ladri riuscirono a clonare la centralina che gestiva gli allarmi, duplicando le chiavi elettroniche che gestivano l'apertura delle porte.
Nel caso dei furti non portati a termine nelle gioiellerie, fu proprio l'irruzione all'interno del covo della banda ad interrompere l'azione e a permettere di identificare diversi componenti del gruppo. Tra questi anche un pericoloso pregiudicato romano, esperto nel violare complicati sistemi di allarme, coinvolto nel furto al caveau del Palazzo di giustizia di Roma, avvenuto nel luglio 1999, e accostato in passato anche alla banda della Magliana.
La seconda indagine, che ha visto la collaborazione delle Squadre mobili di Foggia, Bari e Lecce, ha portato all'arresto degli appartenenti a un gruppo criminale, composto da pregiudicati baresi e foggiani. La banda è stata riconosciuta responsabile dell'assalto al furgone portavalori avvenuto a Cerignola (Foggia) il 6 dicembre 2013, nel corso del quale, dopo un conflitto a fuoco, fu sottratto circa un milione e mezzo di euro.
Gli investigatori sono riusciti ad individuare gli appartenenti a questa organizzazione grazie a un'indagine strettamente tecnica, fatta di una attenta analisi dei tabulati telefonici.
Il tutto è iniziato dall'attività svolta sulle celle telefoniche della zona in cui fu tentato un assalto nella zona di Lecce. Le stesse utenze telefoniche furono riscontrate nella zona del colpo portato a termine a Cerignola, e dagli sviluppi dell'indagine gli investigatori sono arrivati agli arresti di questa mattina. Entrambi i colpi furono effettuati utilizzando tecniche paramilitari e i micidiali fucili d'assalto Kalashnikov. Altri tre componenti del gruppo di fuoco erano stati già arrestati nel gennaio 2014.
Sergio Foffo