Cuneo: undici arresti per favoreggiamento immigrazione clandestina
La Polizia di Stato di Cuneo ha eseguito 11 misure cautelari, sulla base delle indagini svolte dalla Squadra Mobile di Cuneo, nei confronti di quattro cittadini italiani e sette cittadini stranieri, gravemente indiziati di aver commesso il delitto di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La complessa attività di indagine, è stata condotta, principalmente, attraverso l'utilizzo dei servizi di intercettazione telefonica e ha permesso di far emergere, in particolare, le figure di due uomini, padre e figlio, italiani, il primo avvocato, il secondo praticante, che sono da considerare come i capi dell'organizzazione criminale. I due, infatti, anche per mezzo di un'agenzia di consulenza per stranieri gestita dal figlio, coordinavano l'attività di altri indagati - appartenenti alle comunità di origine africana, indiana, kosovara e pakistana - che, a loro volta, si presentavano come "rappresentanti" di connazionali desiderosi di ottenere i permessi di soggiorno. Gli stessi seguivano personalmente l'iter burocratico necessario per l'ottenimento dei nulla osta all'ingresso in Italia, per le istanze di emersione dal lavoro sommerso e per il rinnovo del permesso di soggiorno preoccupandosi, inoltre, di procurare i contratti di lavoro simulati. Padre e figlio non esitavano a dare precise indicazioni agli stranieri anche fornendo consigli sull'atteggiamento da tenere di fronte alle domande dei poliziotti. Altri due soggetti, invece, persone di fiducia dei capi dell'organizzazione riscuotevano il denaro versato dai cittadini stranieri e fornivano i falsi contratti di lavoro e le buste paga in cui erano inseriti compensi mai versati ai lavoratori assunti. L'attività investigativa è stata resa più agevole dalla collaborazione degli uffici dell'INPS grazie a cui si è capito come le società che assumevano i lavoratori stranieri non versavano, poi, i relativi contributi previdenziali e assistenziali: in alcuni casi, le assunzioni erano finalizzate esclusivamente ad ottenere vari benefici, quali sussidi di disoccupazione, maternità, accesso a fondi regionali. L'indagine ha portato alla luce l'attività criminale di un'organizzazione ben strutturata, composta da soggetti di varia nazionalità, estrazione sociale e in possesso di varie competenze professionali.
(modificato il 28/03/2015)