Droga: insospettabili arrestati a Padova insieme a ex mafia del Brenta
Ci sono anche due ex appartenenti alla mafia del Brenta tra i sette arrestati dalla Squadra mobile di Padova al termine dell'operazione "Moto drugs". Eseguite anche diverse perquisizioni durante le quali è stato sequestrato denaro contante insieme a materiale utile alle investigazioni.
Gli arresti sono stati eseguiti in collaborazione con la Mobile di Venezia, e alcuni degli indagati erano persone insospettabili. Al vertice del gruppo c'era un cittadino di Padova, ancora incensurato, che aveva strutturato i rapporti tra i membri della banda in modo da limitare al massimo i rischi.
L'indagine, coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco), è partita nel febbraio 2014 grazie all'intuizione dei poliziotti padovani che hanno monitorato l'attività di un ex carcerato il quale, appena tornato in libertà, era tornato alla sua attività di spacciatore. In pochi mesi l'uomo ha effettuato numerose consegne di soldi e droga, soprattutto in località a nord di Padova.
Lo spacciatore si spostava su una moto, sulla quale gli agenti sono riusciti ad installare un segnalatore gps, grazie al quale sono stati individuati i suoi principali clienti, alcuni dei quali erano in realtà gli altri membri del gruppo. I contatti con questi erano sempre molto prudenti, fatti prevalentemente di brevi telefonate e soltanto per darsi appuntamento e incontrarsi di persona.
Tra i contatti dello spacciatore c'era anche quello che poi si è rivelato essere il leader della banda. I due si incontravano solo di persona, a piedi o in moto, in luoghi isolati, all'ora e nel posto stabilito, per effettuare gli ordini e le consegne. Ad ogni incontro il leader riforniva il suo uomo con diversi chili di cocaina.
Il capo del gruppo viveva mantenendo un basso profilo, senza ostentare ricchezza, e si riforniva di droga direttamente in Spagna, dove nell'ultimo anno si è recato almeno 13 volte. Al fine di prevenire possibili controlli, spesso si spostava prendendo in prestito auto e moto anche da conoscenti inconsapevoli.
Inoltre la sua moto era a prova di intercettazione, infatti nel suo garage è stata trovata una gabbia (tipo Faraday) che impediva qualsiasi possibilità di rilevamento quando il mezzo era al suo interno.