Mafia: colpo al clan Rinzivillo, 37 arresti tra Italia e Germania
Finite agli arresti 37 persone affiliate al clan mafioso dei Rinzivillo, a conclusione di un’operazione terminata questa mattina In Italia e all’estero, che ha visto il coinvolgimento di più autorità giudiziarie, la D.D.A. di Roma, la D.D.A. di Caltanissetta, la Procura di Karlsruhe e di Colonia, nonché di tutte le forze di polizia italiane e della Polizia criminale di Colonia.
L’associazione mafiosa con base a Gela (Caltanissetta) ma con interessi criminali sul resto del territorio siciliano, nel Lazio, in Lombardia e in Germania, si occupava di estorsioni, traffico di droga, riciclaggio, ricettazione; gli affiliati devono rispondere anche di intestazione fittizia di società e illegittima detenzione di armi.
Alla stessa cosca sono stati disposti sequestri preventivi di società gelesi che commerciano all’ingrosso in pesce congelato e surgelati e attività connesse con le lotterie e le scommesse; sono inoltre state sequestrate le partecipazioni a tre società, denaro contante e un’autovettura di grossa cilindrata, per un ammontare complessivo di circa 11 milioni di euro.
Nello specifico le indagini della Squadra mobile di Caltanissetta, con la collaborazione del Commissariato di Gela, e del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Roma hanno portato all’arresto di 31 persone, di cui tre in Germania, per associazione di stampo mafioso, plurimi episodi di estorsione e detenzione illegale di armi, riciclaggio, intestazione fittizia di società al fine di eludere la normativa antimafia in materia di misure di prevenzione patrimoniali e traffici di droga.
L’organizzazione è risultata composta da un’ala criminale, che si occupava di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, estorsioni, intestazioni fittizie e traffico di armi e da un’ala imprenditoriale, che si occupava invece di edilizia, di trasferimento fraudolento di beni nonché di commercializzare autoveicoli, alimenti in genere e prodotti ittici.
Riguardo al commercio di prodotti ittici le indagini hanno evidenziato un vero e proprio accordo di spartizione territoriale in tutta la Sicilia, con mire espansionistiche anche sui mercati romano, milanese e tedesco, e dimostrato come il clan abbia utilizzato le società ittiche per il reimpiego dei proventi illeciti.
Tra gli arrestati anche un avvocato del Foro di Roma che si serviva della criminalità organizzata e di cui quest’ultima, a sua volta, si avvaleva per le sue prestazioni professionali.
In Germania, il clan rivitalizzava una cellula criminale operante nelle città di Karlsruhe e di Colonia, nei land tedeschi di Baden-Wüttemberg e della Renania Settentrionale-Westfalia, individuando in un uomo insospettabile di origini gelesi, il nuovo luogotenente cui demandare l’organizzazione del traffico di droga e la realizzazione di articolati investimenti nei settori delle costruzioni e alimentari.