Latina: gestivano centri di accoglienza speculando sui migranti, sei arresti
Gestivano centri di accoglienza sovraffollati e in condizioni igienico- sanitarie carenti in provincia di Latina. A finire in carcere sono state sei persone, le quali devono rispondere dei reati di falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e maltrattamenti nei confronti dei migranti.
Le indagini della Squadra mobile di Latina, in collaborazione con il Commissariato di Fondi, hanno riguardato anche la documentazione depositata dai responsabili delle Onlus per la partecipazione ai bandi di gara indetti per l’accoglienza dei migranti, facendo emergere gravi e sistematiche violazioni nell’esecuzione degli obblighi assunti.
In particolare, venivano riscontrate la mancanza dei certificati di prevenzione incendi relativi agli immobili, violazioni delle norme sulla sicurezza mediante l’ostruzione delle vie di fuga con i letti occupati dagli stranieri, gravi carenze nella manutenzione degli impianti elettrici e pessime condizioni igieniche delle strutture.
Per quanto riguarda ii sovraffollamento gli agenti hanno rilevato come la Onlus “La Ginestra”, che gestiva molti C.A.S. a Fondi, ospitava immigrati in numero anche quattro volte superiore rispetto alla capienza certificata dalla Asl dei locali.
Il presidente della Onlus invece, si corrispondeva uno stipendio che dal 2015 al 2017 lievitava da 1.500 a 5.500 euro al mese; lo stesso stipulava un contratto di locazione di un immobile di proprietà dei genitori, per un canone mensile inizialmente di 3.000 euro che poi raddoppiava senza giustificato motivo nel giro di un anno e mezzo; inoltre, attraverso un’altra Onlus, di cui risultava amministratore unico la madre, trasferiva 294 mila euro per asseriti servizi di pulizia mai effettuati.
Il titolare dell’Azalea, un’altra Onlus operante in diversi centri del sud pontino, si aggiudicava una convenzione con la prefettura di Latina per l’affidamento del servizio di accoglienza di numerosi stranieri, dichiarando falsamente che gli stessi sarebbero stati ospitati in una struttura (abitata da sua nonna) diversa da quella poi realmente utilizzata, che si rivelava realizzata abusivamente e con gravi carenze igienico-sanitarie.
I poliziotti riscontravano la mancanza di acqua calda, l’inadeguatezza del sistema fognario, l’assenza, per alcuni di essi, del certificato di agibilità e un pesante sovraffollamento. Tutte circostanze che non venivano denunciate dagli ospiti della Onlus a causa delle minacce rivolte loro dal gestore di far revocare le misure di accoglienza. Lo stesso gestore falsificava i dati riferiti alla Prefettura sul numero effettivo degli stranieri ospitati al fine di percepire indebiti pagamenti.
Le intercettazioni poi hanno consentito di evidenziare anche la spartizione della gestione dei richiedenti asilo tra Onlus, senza alcuna comunicazione alla prefettura.