Palermo: in ricordo di Antonino Cassarà e Roberto Antiochia
Questa mattina si è svolta a Palermo la commemorazione di alcune vittime del dovere: il vice questore Antonino Cassarà impegnato in prima linea nella lotta alla mafia siciliana come vice dirigente della Squadra mobile palermitana e l’agente 23enne Roberto Antiochia anche lui in servizio alla Squadra mobile.
Il 6 agosto del 1985, vennero uccisi sotto casa di Cassarà da un gruppo di uomini armati di kalashnikov.
Il 17 febbraio 1995, la Corte d’Assiste di Palermo ha condannato all’ergastolo 5 persone quali mandanti del delitto tra cui Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Pochi giorni prima il 28 luglio, era stato assassinato il dirigente della squadra catturandi Giuseppe Montana, con il quale Antonino Cassarà aveva condotto diverse indagini e Roberto Antiochia faceva parte proprio della sua squadra.
Quell’ennesimo delitto di mafia segna però il destino di Roberto Antiochia; il giovane agente trasferito a Palermo d’ufficio due anni prima e, da pochi giorni, riassegnato alla sua vecchia sede, a Roma, torna nel capoluogo siciliano per partecipare ai funerali di Montana.
Arrivato in città decise però di restare: l’atmosfera era terribile tutti i poliziotti della questura si sentivano nel mirino delle cosche e Roberto scelse di rimanere con i suoi colleghi e amici; sebbene fosse ufficialmente in ferie lavorava alle indagini sulla morte del suo ex capo e faceva la scorta a coloro che erano più minacciati; tra questi il vice capo della Mobile Antonino Cassarà che aveva collaborato attivamente con il giudice Giovanni Falcone per l’istruzione del primo maxiprocesso ai mafiosi che sarebbe iniziato da lì a pochi mesi.
Insieme ad un altro agente, Natale Mondo, il 6 agosto alle 15,20 Antiochia riaccompagnò a casa Cassarà ma entrambi venivano falciati da raffiche di kalashnikov sparate da nove uomini appostati in un palazzo di fronte. Furono sparati quasi 200 colpi sui due uomini. Il terzo agente, Natale Mondo, si salvò gettandosi sotto l’alfetta di servizio ma tre anni dopo Cosa Nostra lo freddò davanti al negozio della moglie.
Il questore di Palermo Renato Cortese e le altre autorità civili e militari hanno partecipato alla presenza dei parenti delle vittime alla deposizione di una corona di alloro, a nome del capo della Polizia Franco Gabrielli, presso la lapide commemorativa ubicata nell’atrio della Caserma “Boris Giuliano”, sede della Squadra mobile di Palermo; a seguire è stata celebrata una Santa Messa, presso la Cappella della “Soledad”. Nell’occasione sono stati ricordati anche l’agente scelto Antonino Agostino e la moglie Ida Castelluccio, trucidati il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini.
Anche il questore di Roma Guido Marino ha deposto, a nome del capo della Polizia, Franco Gabrielli, un mazzo di fiori sulla lapide di Roberto Antiochia collocata all’interno del cimitero di Prima Porta. Alla cerimonia hanno partecipato funzionari della Questura, colleghi e familiari della vittima.