Cosenza: operazione “alto tasso”, indagati cinque usurai
È bastata la denuncia di una delle vittime per far scoprire ai poliziotti di Cosenza un giro di usura ed estorsioni. A finire in carcere sono state tre persone mentre per altre due sono stati disposti rispettivamente gli arresti domiciliari e il divieto di dimora.
L’attività investigativa, nata dalla denuncia fatta nel giugno 2018 da una delle vittime di usura, ha permesso ai poliziotti di individuare un gruppo di “strozzini” che prestava soldi a persone in stato di bisogno, esigendo poi in cambio la restituzione di esorbitanti somme di denaro.
E quando i debitori si trovavano in difficoltà nei pagamenti venivano pesantemente intimorite anche con esplicite e gravi minacce di morte.
Gli accertamenti hanno evidenziato che tra i “clienti” gli usurai avevano 16 persone: disoccupati, pensionati e piccoli artigiani. Per essere sicuri di farsi pagare, ad alcuni di loro si sono fatti consegnare bancomat e carte postepay.
In uno dei tanti casi ricostruiti, il tasso usurario, applicato su base mensile, toccava il 57 per cento; nel bimestre il 230 percento e, addirittura, su base trimestrale, l’850 per cento.
Una delle vittime che aveva chiesto il prestito per l’estrema difficoltà economica dovuta al vizio compulsivo del gioco, specialmente di quello alle slot machines, era talmente disperata da volersi togliere la vita. Il ricovero presso una Comunità Terapeutica per il recupero dalla ludopatia ha permesso di scongiurare il proposito suicida.
Nelle perquisizioni domiciliari i poliziotti hanno sequestrato documenti, agende e una sorta di “libro mastro” in cui erano annotate le somme concesse a titolo usurario e i nomi delle vittime.