Riunione del Working Group contro la criminalità organizzata

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riunioneSi è svolta questa mattina, in videoconferenza, la terza riunione del Working Group che riunisce i Paesi europei maggiormente colpiti dalla pandemia e che si occupa dei rischi d’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia e, più in generale, delle minacce per la sicurezza a seguito della diffusione del COVID 19.

Il progetto, ideato e co-diretto dall’Italia e da Europol, rappresenta una cabina di regia internazionale, unica al mondo, volta a rafforzare la cooperazione internazionale di polizia per contrastare il rischio criminale connesso alla diffusione della pandemia.

Oltre all’Italia, erano presenti le forze di polizia di Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda, Polonia, Spagna, Svizzera e Regno Unito e quello delle agenzie Europol e Interpol.

Due i focus all’ordine del giorno, introdotti dal direttore esecutivo di Europol, Catherine De Bolle e dal vice direttore generale del Dipartimento della pubblica sicurezza, Vittorio Rizzi: lo sfruttamento sessuale dei minori e l’inquinamento dell’economia da parte del dark money delle mafie.

“Stiamo attraversando la seconda ondata della pandemia e la criminalità organizzata non perderà occasione di approfittare della situazione per aumentare i suoi profitti, prendendo di mira i soggetti più deboli quali i bambini e le società commerciali indebolite dalla crisi economica. Il nostro ultimo rapporto analizza gli ultimi otto mesi in cui possiamo ripercorrere come i criminali abbiano sfruttato l’incertezza e il cambiamento per nuove opportunità illecite” ha esordito Catherine De Bolle.

“Prevenzione ed analisi: queste sono le direttrici della nostra azione di contrasto al crimine post Covid. Non possiamo aspettare le evidenze giudiziarie ma dobbiamo arrivare prima, grazie alla cooperazione internazionale di polizia. Dobbiamo impedire che le restrizioni dovute alla pandemia e la maggiore presenza in rete dei bambini, li renda vittime di pericolosissimi abusi criminali, così come dobbiamo impiegare tutte le nostre informazioni e risorse per scongiurare corruzione e infiltrazione nell’economia, già messa in crisi dalla pandemia”, queste le parole del prefetto Vittorio Rizzi.

La strada tracciata è quella di definire un linguaggio comune e delle check list condivise a livello europeo per raccogliere i dati sulla criminalità post Covid. L’obiettivo è quello di determinare rapidamente strategie di contrasto, sfruttando il vantaggio competitivo offerto dallo scambio delle informazioni di polizia a livello internazionale, che possano anticipare minacce criminali che, come la pandemia, potrebbero diffondersi a livello globale.

12/11/2020