Privacy, cyber security, intelligenza artificiale alla Conferenza Eden
Si è conclusa a Roma la settima Conferenza internazionale Eden (Europol data protection experts network), appuntamento annuale sulla protezione dei dati personali nell’attività di polizia. L’evento che si è tenuto il 18 e il 19 ottobre, è stato organizzato dalla Direzione centrale della polizia criminale, in collaborazione con Europol e l’Accademia Europea di Legge, e, ha avuto come filo conduttore “Human after all – Data protection in policing” (il fattore umano prima di tutto – la protezione dei dati nell’attività di polizia).
L’adesione delle delegazioni dei vari stati è stata significativa: sono stati più di 300 i partecipanti – provenienti per oltre un terzo dai Paesi dell’UE e da oltreoceano e 40 i relatori che si sono alternati sul palco dell’Auditorium del Massimo.
Privacy, cyber security, intelligenza artificiale, data bias, questi i diversi argomenti al centro dell’attenzione della Conferenza, così come nelle cronache mondiali di tutti i giorni: argomenti diversi che hanno in comune l’urgenza di definire princìpi, regole e metodi per garantire il rispetto dei diritti fondamentali, anche nell’attività di polizia.
Ha aperto la sessione dei lavori il direttore Centrale della polizia criminale, Vittorio Rizzi che, nel sottolineare l’ottima collaborazione con Europol, ha posto l’accento sulla necessità della condivisione, cooperazione e trasparenza per garantire i diritti, specie delle persone più vulnerabili e dei minori, in tempi di interazioni umane senza precedenti, che non conoscono limiti di tempo e di spazio e in cui spesso reale e virtuale si confondono.
Alla Conferenza hanno preso parte il direttore dell’Agenzia per i Diritti Fondamentali della UE, Michael O’ Flaherty, il vice direttore generale della DG Home della Commissione Europea, Olivier Onidi e, in video collegamento, il direttore esecutivo di Europol, Catherine De Bolle e il garante Europeo della Privacy, Wojciech Wiewiórowski.
Uno dei fattori più apprezzati dell’evento è stato la partecipazione attiva del pubblico, del mondo accademico, delle istituzioni e del settore privato in un dibattito vivo e stimolante non limitato agli addetti ai lavori.
Tra gli argomenti di maggiore attualità, quello del riconoscimento facciale nell’attività investigativa, che è uno dei più delicati e a cui la Conferenza ha riservato un intero panel con un confronto aperto tra la Polizia scientifica e il Garante della privacy.
L’appuntamento è al prossimo anno, con lo sguardo sempre attento alle minacce cibernetiche e alle misure di protezione, in un futuro pieno di opportunità e nuove sfide.