Due anni di “codice rosso”. Il report dei dati
Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999. In questa giornata, in cui sono tante le iniziative che sono intraprese per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo drammatico tema, la Direzione centrale della Polizia criminale ha elaborato una brochure dove sono riportati i dati e l’analisi di tutti quegli episodi che configurano la violenza di genere.
Si tratta di un fenomeno complesso – ha sottolineato Vittorio Rizzi, vice capo della Polizia e direttore centrale della Polizia criminale - che ha radici culturali antiche e che richiede, per essere portato alla luce e adeguatamente contrastato, una strategia globale ed una pluralità di interventi di natura diversa che spaziano dall’adozione di specifici strumenti normativi ad un mirata attività preventiva e repressiva delle forze di polizia, dall’impegno della magistratura all’apprestamento della tutela delle vittime da parte delle istituzioni pubbliche e della rete di associazioni, dalla sensibilizzazione degli operatori sanitari al coinvolgimento delle agenzie educative, prime fra tutte la famiglia e la scuola.
L’analisi prende in considerazione questi ultimi due anni che corrispondono all’introduzione del cosiddetto “Codice rosso”, la legge che ha definito nuove fattispecie di reati e modificato il codice penale, il codice di procedura penale e altre disposizioni in modo da tutelare con più efficacia le vittime di violenza domestica e di genere.
Sono stati trattati anche i cosiddetti reati spia, vale a dire tutti quei comportamenti che sono indicatori di violenza di genere come i maltrattamenti in famiglia, gli atti persecutori, lo stalking, la violenza sessuale.
Nell’esame degli omicidi di donne, oltre ai dati, sono evidenziati il modus operandi e le tipologie di vittime e autori e le relazioni intercorrenti tra loro.
Come ha sottolineato il capo della Polizia Lamberto Giannini “Il presupposto imprescindibile di ogni iniziativa è l’effettiva conoscenza del fenomeno, nelle sue dimensioni e nelle sue tendenze evolutive. Solo la disponibilità di dati affidabili e di un’analisi accurata può indirizzare le scelte strategiche, l’azione di prevenzione delle istituzioni e delle associazioni del pubblico e del privato sociale, nonché l’azione degli operatori di polizia”.
Lo studio mette in risalto un decremento complessivo dei reati anche se sono meno significativi quelli che riguardano il genere femminile. Il dato poi conferma che l’uccisione di donne avviene perlopiù nell’ambito familiare e affettivo. Nel report settimanale sugli omicidi, nel periodo 15-21 novembre sono stati registrati 11 omicidi, 9 dei quali commessi in ambito familiare/affettivo, di cui 6 le vittime di genere femminile, 3 delle quali uccise da partner o ex.
Agli omicidi continuano inoltre ad accompagnarsi altri gravi crimini che producono sulle vittime seri effetti fisici e psicologici. Nella prospettiva di potenziare la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere, sono stati attuati e sono in corso di perfezionamento numerosi progetti da parte delle istituzioni pubbliche, delle associazioni e del privato sociale.
La Polizia di Stato, da sempre attenta a questo fenomeno, ha dato alle sue donne e ai suoi uomini una formazione multidisciplinare per il miglior approccio negli interventi con casi di violenze ed ha al suo interno figure professionali, quali medici e psicologi, che svolgono attività di supporto e sostegno alle vittime oltre che di formazione a tutto il personale.
Anche la tecnologia è stata sfruttata a supporto degli operatori: con la realizzazione dell’applicazione denominata SCUDO, finalizzata a ricostruire e collegare i diversi episodi di violenza o minaccia che riguardano uno stesso indirizzo o persona, è possibile pianificare nel modo più corretto gli interventi. Infatti, conoscere in anticipo se ci sono minori o persone con malattie psichiatriche o dipendenti da droghe o alcol e se la vittima in passato ha subito lesioni, permette di calibrare al meglio l’operatività.