Il ricordo della strage di via D’Amelio
Oggi a Palermo è il giorno del ricordo. Trenta anni fa, in via D’Amelio, un ordigno mafioso dilaniò il quartiere, uccidendo il giudice Paolo Borsellino e cinque poliziotti della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Emanuela Loi e Eddie Walter Cosina.
L’assistente capo Agostino Catalano lasciò due figli. Appena poche settimane prima aveva salvato un bambino che stava per annegare in mare, dinanzi alla spiaggia di Mondello.
L’agente scelto Walter Eddie Cosina era giunto volontariamente a Palermo alcune settimane prima, subito dopo la strage di Capaci, proveniente dalla Questura di Trieste.
L’agente Claudio Traina era sposato e padre di un bimbo di appena 11 mesi.
L’agente Vincenzo Li Muli era il più giovane della scorta e morì a 22 anni lasciando i genitori ed il fratello.
L’agente Emanuela Loi lasciò i genitori, la sorella, il fratello ed il fidanzato. Fu la prima agente donna della Polizia di Stato a perdere la vita nell’adempimento del dovere.
Per ricordare il loro sacrificio, questa mattina il Capo della Polizia Lamberto Giannini, accompagnato dal Questore di Palermo Leopoldo Laricchia e dai familiari delle vittime, ha deposto una corona d’alloro davanti alla lapide commemorativa in ricordo dei Caduti delle stragi, che si trova all’interno dell’Ufficio scorte della questura di Palermo nella caserma Lungaro.
L’Ufficio scorte di Palermo costituisce, senz’altro, l’ufficio di Polizia che ha pagato il più alto tributo di sangue in termini di lotta alla criminalità organizzata nella provincia palermitana. Le stragi di Capaci e di via D’Amelio hanno segnato indelebilmente la storia del Paese, costituendo il più grande attacco alla democrazia dal dopoguerra in poi.
Le commemorazioni sono poi proseguite nella Cattedrale della città in cui l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice e il cappellano della Polizia di Stato Massimiliano Purpura hanno officiato una messa a suffragio dei defunti.
Alla celebrazione erano inoltre presenti il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo ed il direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato Francesco Messina.