Poliziamoderna@Giffoni45 Gabriel. Fra desiderio d'amore e follia
Quinto film in concorso al Giffoni Experience 2015, per la categoria Generator +18 è stato Gabriel, pellicola diretta da Lou How, in cui Rory Culkin interpreta Gabriel, un ragazzo fragile e tormentato prossimo al crollo psicologico, immerso nella lotta per tenersi in piedi dopo il suicidio del padre. Dopo un periodo di ricovero in un ospedale psichiatrico, Gabriel può finalmente tornare a casa dove lo aspettano la madre e il fratello, ma deve prima raggiungere la sua ex fidanzata, Alice, la sola persona da cui si sente compreso. Il ragazzo è convinto che il ricongiungimento con Alice possa dargli la tanto desiderata stabilità e felicità. Purtroppo la sua condizione lo rende prigioniero delle attenzioni della madre e del fratello che più volte gli impediscono di uscire di casa. Fra una fuga e l'altra Gabriel riesce a raggiungere Alice e avere un confronto con lei.
Per la giuria +18 si è trattato di affrontare un altro tema delicato e attuale come quello della malattia mentale che abbiamo visto proposto più volte al cinema nelle ultime stagioni.
Come di consueto al termine della proiezione c'è stato il dibattito con Rory Culkin, il quale ha ricevuto molti complimenti per la sua interpretazione. L'attore ha dichiarato di essersi preparato al difficile ruolo incontrando persone affette da disturbi mentali e di aver sentito molto la pressione soprattutto dopo la fine delle riprese, tanto da notare un cambiamento in sé stesso. Ha confessato, inoltre, di aver sviluppato un senso di protezione e di pudore nei confronti del suo personaggio, al punto da avere una certa difficoltà nel parlarne di fronte a una platea tanto vasta come quella della giuria.
Nel complesso i giurati si sono detti molto emozionati dalla visione del film e dalla rappresentazione dei conflitti familiari in quella che si presenta come una normale famiglia americana, ma con la difficoltà di accettare e affrontare il problema della salute mentale del ragazzo che si sente escluso e non amato.
Ancora una volta la domanda è: cosa è normale?
Sara Formisano