Operazione antimafia: presi i fedelissimi del boss Messina Denaro
Le Squadre mobili
di Palermo e Trapani, coordinate dal Servizio Centrale Operativo (Sco), insieme al Ros dei Carabinieri, hanno arrestato 11 persone alcune ritenute
vicinissime al boss Matteo Messina Denaro; per le altre è stata accertata l'appartenenza alle famiglie di Cosa Nostra trapanese.
L'operazione "Ermes", coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo, è partita nei primi mesi del 2012, periodo di effettiva
riapertura dei canali di comunicazione del latitante che, come per il passato, avrebbe utilizzato i famosi "pizzini" scritti per trasmettere ai
propri complici le disposizioni di comando.
Ogni tre mesi Matteo Messina Denaro dettava le modalità per la trasmissione di questi messaggi ai suoi fedelissimi, cercando di evitare i
contatti frequenti per evitare di essere individuato.
Lo scambio dei "pizzini" avveniva in aperta campagna, tra Salemi, Mazara del Vallo, Santa Ninfa e Partanna e, durante gli incontri, gli indagati
erano attenti a non utilizzare mai parole con riferimenti al latitante o alle sue direttive.
Sono ancora in corso indagini di natura finanziaria presso alcuni istituti di credito svizzeri, dove alcuni indagati potrebbero aver versato somme
di denaro finalizzate al sostegno economico del latitante.
L'operazione "Ermes" continua a isolare sempre di più il superboss latitante Matteo Messina Denaro, lavoro già iniziato con le
operazioni "Golem I e II" ed "Eden I e II".