Truffe agli anziani: è arrivato il finto avvocato
Puntuale, dopo le ferie, arriva una nuova truffa. Già soprannominata la truffa dell'avvocato, questo reato sta colpendo anziani soprattutto nella provincia di Firenze.
Si tratta di una banda non ancora identificata dalle forze dell'ordine che utilizza come base sempre la stessa "risorsa": la debolezza e la fragilità psicologica delle proprie vittime. La "variazione sul tema" questa volta riguarda i figli. La banda pianifica la truffa cercando di conoscere la composizione della famiglia della vittima ed il suo numero di telefono.
A questo punto scatta una telefonata che scatena l'ansia dell'anziano: colui che chiama si finge avvocato e racconta alla vittima che suo figlio, o un congiunto comunque esistente, è stato fermato dalla Polizia o dai Carabinieri a seguito di un reato (magari un omicidio colposo in un incidente stradale); questo "avvocato" aggiunge poi che per rimettere in libertà la persona fermata serve una cauzione, un istituto in realtà inesistente nel sistema processuale penale italiano.
A seconda del tipo di risposta più o meno agitata, espressa dalla vittima, scatta la richiesta di una somma di denaro da ritirare direttamente al domicilio del truffato da una "persona di fiducia"; i soldi richiesti variano tra i 500 ed i 1.000 euro. Se l'anziano al telefono dichiara di non avere contanti, i ladri non si danno per vinti e chiedono la consegna di preziosi da far valutare da un perito e da convertire in denaro.
La difficoltà delle indagini sta nel fatto che la presenza fisica del truffatore vicino al truffato è ridotta al minimo: pochi istanti utili per la consegna dei soldi, mentre il grosso della truffa viene svolta al telefono.
Diventano così minime le opportunità di cogliere in flagranza i malviventi senza la collaborazione della potenziale vittima. Ricordiamo quindi a tutti che le forze dell'ordine non chiedono denaro da ritirare a domicilio e che la cauzione in Italia non esiste. E che in caso di qualunque dubbio non bisogna esitare e chiamare subito i numeri del pronto intervento 113 o 112.