Postale: scoperta rete di pedofili su Internet
Avevano messo in piedi una "comunità virtuale" tra utenti del web e, protetti dall'anonimato e favoriti dalla conoscenza dei vari servizi di cloud storage (archivio sui server della Rete), si scambiavano materiale pedopornografico di ogni genere.
Diciassette persone sono indagate e, di queste, tre sono state arrestate in flagranza di reato per la mole di materiale ritrovato dagli uomini del Compartimento polizia Postale di Catania.
Un attento monitoraggio degli specialisti della Postale ha permesso d'individuare un gruppo di persone di varie nazionalità che, attraverso il cloud, riusciva a scambiarsi materiale raccapricciante di minori di tutte le fasce di età ripresi in atti sessuali.
Il cloud funzionava come se fosse un vero e proprio archivio personale da cui attingere i file senza lasciare traccia del passaggio sui Pc o sugli altri dispositivi in uso ai pedofili.
Dunque, un'evoluzione dei sistemi di scambio dei pedofili che sono sempre alla ricerca di nuovi metodi per soddisfare i propri bisogni criminali. In effetti, l'operazione della Polizia postale è tra le prime in Italia in cui il reato associativo nasce e si sviluppa esclusivamente sulla Rete.
L'indagine ha altresì permesso di accertare che tra i vari "consumatori" italiani, molti avevano contatti con soggetti di altre nazionalità (Francia, Regno Unito, Islanda, Polonia, Brasile, Marocco) le cui Autorità sono state avvisate.
Le città italiane interessate alle perquisizioni sono state Milano, Cremona, Ascoli Piceno, Varese, Salerno, Napoli, Nuoro, Rieti e Treviso.
Gli arresti riguardano tre uomini: un libero professionista di 40 anni di Napoli, un dipendente pubblico di 55 di Milano e un uomo di 51 di Salerno. Quest'ultimo è stato trovato in possesso di oltre 2.000 video con minori.
Nel complesso ad una prima verifica effettuata in sede di perquisizione informatica, su hard disk e servizi di cloud storage sono circa un milione le immagini e i video ritrovati.