Presi 4 trafficanti di schiave del sesso, le minacciavano con il voodoo

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Prostitute nigerianeUna foto, ciocche di capelli, peli e unghie erano gli elementi usati dai Baba-loa per sottoporre a rito voodoo le giovani ragazze prima di imbarcarle per l'Europa e farle diventare schiave del sesso da vendere sui marciapiedi.

Al termine dell'operazione "Baba-loa", coordinata dal Servizio centrale operativo, la Squadra mobile di Ragusa ha messo le manette a quattro persone, un uomo e tre donne, accusate di far parte di un'organizzazione internazionale dedita alla tratta di giovani donne nigeriane, illegittimamente introdotte nel nostro Paese con lo scopo di sfruttarle avviandole alla prostituzione. I reati sono inoltre aggravati dal fatto che il gruppo criminale agiva in più Stati, in particolare Libia, Nigeria e Italia.

Gli arresti sono stati effettuati a Novara, Ferrara e Napoli in collaborazione con le locali Squadre mobili.

Gli sfruttatori approfittavano dello stato di estrema povertà delle vittime e delle loro famiglie, riuscendo facilmente ad ingannarle con il miraggio di un lavoro lecito con il quale avrebbero ripagato il costo del trasferimento (circa 400 euro) e inviato soldi a casa.

L'indagine è iniziata nel febbraio scorso quando, durante uno dei tanti sbarchi di migranti nel porto di Pozzallo (Ragusa), gli uomini della Mobile ragusana hanno notato la presenza di moltissime giovani donne di origine nigeriana.

Grazie anche all'aiuto di una giovane interprete nigeriana, anche lei sbarcata qualche anno fa a Pozzallo e sottratta dalla Polizia alla vita da marciapiede, i poliziotti sono riusciti a convincere una delle migranti a raccontare la sua storia agli investigatori.

Come tutte le altre ragazze cadute nella rete, anche lei sperava di poter studiare e lavorare come baby sitter o badante, prima di rendersi conto, quando ormai era troppo tardi, che in realtà il suo futuro sarebbe stato quello di vendersi sui marciapiedi italiani per "restituire" all'organizzazione un debito di circa 30mila euro.

Il rito voodoo con il quale il Baba-loa le aveva benedette prima di partire, si rivelava in realtà l'arma principale con la quale le vittime venivano terrorizzate e soggiogate, insieme a vere e proprie minacce fisiche a loro e alle loro famiglie. Il "Baba-loa" è una figura religiosa tradizionale molto diffusa e rispettata, soprattutto nelle zone della Nigeria meridionale, con tanto di albo professionale di categoria.

La ragazza aveva imparato a memoria un numero di telefono di una donna, la "maman" che l'avrebbe prelevata e inserita nel meccanismo dell'organizzazione. Proprio mettendo sotto controllo quel numero di telefono gli investigatori sono risaliti agli altri membri del gruppo criminale e alla sua struttura organizzativa.

Alcune delle vittime diventavano esse stesse carnefici e diventavano delle "maman", in modo da estinguere il debito senza prostituirsi.

L'attività investigativa ha portato all'individuazione di tre diramazioni italiane dell'organizzazione, proprio nelle città dove sono stati effettuati gli arresti.

Sergio Foffo

16/11/2015
Parole chiave:
tratta esseri umani