Catania: le cosche si alleano per lo spaccio
Erano già in carcere 3 dei 5 spacciatori ai quali la Squadra mobile di Catania ha notificato le ordinanze di custodia cautelare emesse alla fine dell'indagine denominata "ticket". Oltre ai tre detenuti, sono finite in carcere altre due persone, una delle quali era agli arresti domiciliari.
L'attività di spaccio è documentata almeno fino al 2011, grazie alle indagini e alle intercettazioni telefoniche effettuate degli investigatori.
Il particolare che è emerso dall'inchiesta è che ormai le cosche sono diventate "liquide"; membri di clan diversi si associano tra loro per l'acquisto di droga poi si spartiscono il territorio e infine depositano in una cassa comune i guadagni dello spaccio. Ormai le guerre di mafia non convengono e risulta più redditizio fare delle joint venture grazie alle quali massimizzare i guadagni e contenere i rischi.
In particolare l'operazione "ticket" ha messo in luce i legami tra appartenenti a diverse cosche: il clan "Mazzei", il clan "Santapola-Ercolano" ed il clan "Pillera -Puntina".
Tutti insieme acquistavano all'ingrosso cocaina e marijuana che veniva poi spacciata con una rigorosa divisione del territorio.
Due i gruppi: uno spacciava nella parte nord di Catania nonché nei comuni di Misterbianco e Paternò, località della provincia e di Augusta in provincia di Siracusa; il secondo gruppo invece aveva esteso la propria attività nei territori messinesi di Taormina e Giardini Naxos.
Gli arrestati si erano già messi in evidenza per il loro spessore criminale: ad uno di loro in passato erano state sequestrate ben 62 armi da fuoco tra cui fucili a pompa, armi da guerra e pistole di ogni tipo.
Per un altro invece il curriculum criminale annovera precedenti per traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio, estorsione, rapina, furto e reati in materia di armi.