Il discorso del senatore Francesco Cossiga
Ministro e caro amico e valoroso mio compagno e allievo di antichi tempi gloriosi!
Gentile e cara signora Petri, che oggi onora con la sua presenza questa cerimonia!
Signor direttore generale della Pubblica Sicurezza e capo della Polizia! Autorità, signore e signori!
Donne e uomini tutti della Polizia di Stato!
Ragazzi dei Nocs!
Quando, in una triste sera, gravato dal dolore per la morte di un amico, avvenuta forse anche per mia imperizia politica e tecnica, lasciai il palazzo del Viminale, salutato più dalle lacrime che dall'impeccabile saluto di un drappello delle allora guardie di Pubblica Sicurezza che mi rendevano gli onori, io certo andai via da un luogo di impegno, di lotte e di dolori da cui ero stato testimone di eventi terribili ma anche dell'impegno immane di tutti gli operatori dell'ordine e della sicurezza pubblica, ma il mio cuore lasciai tra di voi!
E oggi il mio cuore qui ritrovo: ed è per questo che ho forse un qualche titolo, anche se in vero modesto ma autentico, a tra voi ritornare e a tra voi oggi essere.
Siamo qui a inaugurare questo esemplare, moderno e arditamente bello centro polifunzionale della Polizia di Stato, in cui trovano la loro sede anche la scuola tecnica della Polizia e il Nucleo operativo centrale di sicurezza, i cui "ragazzi" ancor oggi considero insieme ai "ragazzi" del "Gis" dell'Arma dei Carabinieri come miei "figliocci", così come spero che tutti mi considerino loro padrino!
E oggi qui con le opere e non solo con le parole è onorata la memoria del sovrintendente della Polizia di Stato Emanuele Petri, valoroso servitore dello Stato, caduto per mano omicida nell'adempimento del suo dovere e il cui sangue si è certo mischiato con le lacrime, il dolore, la umana disperazione forse del suoi cari, ma che è caduto in terra non rimasta poi arida. Perchè dalla sua resistenza alla violenza, pagata con la sua vita, da quella operazione di Polizia che lo vide attore coraggioso e valoroso martire, hanno preso l'avvio indagine e altre operazioni di Polizia che hanno inferto anche di recente duri colpi ai tentativi sanguinosi e luttuosi di rinascita del terrorismo.
E di questo contrasto fermo e intelligente al terrorismo, come anche alla criminalità organizzata, noi cittadini dobbiamo essere grati agli appartenenti a tutte le forze dell'ordine che operano, caro ministro, sotto la tua guida forte, saggia e prudente.
E qui insieme al sovrintendente Petri, debbo oggi io ricordare tutti coloro del cui impegno e sacrificio fui testimone da ministro dell'Interno, da presidente del Consiglio dei Ministri e poi da capo dello Stato, ma anche e soprattutto da cittadino della nostra repubblica, nell'esemplare servizio allo stato nella difesa della legalita' dello stato democratico e della pace civile della nostra amata nazione italiana. Furono giornate buie e fredde solo squarciate da lame di luce e riscaldate dal fuoco di tanto impegno e di così largo sacrificio.
Tutto questo è servito non solo a salvare la legalità nella libertà ma anche a radicare nei cittadini un concetto di "polizia" che corrisponde a quella che fu l'antico, storico e pregnante significato del termine nel diritto e nella scienza politica: l'arte e la politica di un bene comune la cui trama è intessuta di ordine, di pace civile e di libertà.
E ora un saluto particolare intendo rivolgere a voi "ragazzi" e amati "figliocci" dei Nocs, che tenni a battesimo scrivendo di mio pugno il vostro atto costitutivo e il vostro primo ordinamento, e ricorrendo ad una fantasia che non mi conoscevo, battezzandovi con il vostro attuale nome e acronimo: Nocs, così come battezzai altri enti con i nomi di Ucigos e Digos che resistono anche al vento delle riforme.
Il vostro nome é diventato sinonimo di ardimento e di professionalità perchè coraggio e capacità sono oggi il vostro nome. La esercitazione cui abbiamo assistito avrà suscitato la sorpresa ammirazione di molti dei presenti. Anche in me ha rinnovato sentimenti di ammirazione, ma non di sorpresa, perchè io bene conosco il vostro passato e il vostro presente che sono garanzia forte e certa del vostro impegno futuro.
La ringrazio, signor ministro, e con lei ringrazio l'amico capo della Polizia per avermi con tanto delicato e amabile pensiero voluto oggi tra voi, uno di voi, in un affollarsi di ricordi tristi e lieti di tempi dolorosi e gloriosi della repubblica, in un giorno di memorie e di impegni che si iscrive a lettere d'oro nelle pagine del grande libro i cui capitoli si chiamano servizio e valore, della Polizia italiana!
Francesco Cossiga
(modificato il 20/12/2007)