Messina: con l’operazione “Senza Tregua”, colpo al clan mafioso dei Bontempo Scavo
Con l’operazione “Senza Tregua”, questa mattina, gli agenti della Squadra mobile di Messina e del commissariato di Capo d’Orlando hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 22 persone, di cui 16 in carcere e 7 agli arresti domiciliari.
Fra gli arrestati anche il boss emergente di Tortorici, in rapporto di affari con potenti famiglie di ‘ndrangheta calabrese.
A pochi giorni dall’attentato commesso nei confronti del presidente del Parco dei Nebrodi, i poliziotti hanno colpito l’operatività del clan mafioso Bontempo Scavo e di due associazioni criminali che nella zona dei Nebrodi, gestivano le estorsioni e il traffico di stupefacenti. (Video)
Le estorsioni, consumate o tentate, consistevano sia nella richiesta di denaro sia nella richiesta di attività lavorative per i familiari.
L’indagine prende avvio nell’aprile 2013, dopo l’arresto di quattro giovani tortoriciani durante un tentativo di estorsione ai danni di un nightclub.
A seguito di intercettazioni telefoniche gli investigatori ricostruivano un sistema di estorsioni, in danno di imprenditori e commercianti, messo in atto dal clan mafioso in collaborazione con la potente famiglia Nirta – Strangio della ‘ndrangheta calabrese.
Dai colloqui intercettati emergeva la necessità, da parte degli indagati, di trovare un canale sicuro di comunicazione con il carcere di Messina, attraverso il quale far pervenire messaggi ad un detenuto. La lettera era finalizzata ad informare quest’ultimo di vicende di interesse dell’associazione mafiosa ed a chiederne l’intervento risolutore, attraverso i contatti con altro detenuto, appartenente alla famiglia calabrese Nirta-Strangio.
Ne seguiva uno scambio di corrispondenza per compiere un’estorsione nei confronti di una ditta di Sant’Agata di Militello che effettuava lavori sia in Calabria che in Sicilia.
In altre circostanze, invece, i due intrattenevano corrispondenza per procurarsi la droga.
Durante l’attività investigativa sono state sequestrate consistenti quantità di sostanze stupefacenti tra cui cocaina e marijuana.
Nel corso delle indagini sono emerse, anche diverse progettazioni di rapine ai danni di commercianti locali che per cause indipendenti dalla loro volontà non sono state portate a compimento.
I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, alle estorsioni aggravate dal metodo mafioso, all’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.