Gli agenti della scorta

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Il giudice Borsellino e la sua scorta

Quando vado nelle scuole, prima ancora di parlare di Paolo parlo dei "suoi ragazzi" come lui li chiamava (riferendosi agli agenti della scorta ndr) e racconto qualcosa di ognuno di loro; piccoli episodi che facciano capire che sono persone come tutti noi, con i loro sogni, i loro desideri". Così Rita Borsellino, sorella del magistrato morto nella strage in via D'Amelio, parlava lo scorso anno riferendosi ai cinque agenti di scorta uccisi insieme a suo fratello.

Così diceva Rita, con una frase che va al di là del tempo, delle circostanze: "Dico sempre che la scorta non è un contenitore vuoto ma che è fatta da persone con un compito straordinario: proteggere la vita di un altro anteponendola alla loro". Nella strage di via D'Amelio rimasero uccisi:

  • Agostino Catalano, capo scorta, 43 anni. Sposato, aveva perso la moglie ed era rimasto solo con le sue due figlie.
  • Walter Eddie Cosina, 30 anni. Era nato in Australia. Morto durante il trasporto in ospedale. Lasciava la moglie Monica.
  • Emanuela Loi, 24 anni, la prima donna poliziotto entrata a far parte di una squadra di agenti addetta alla protezione di obiettivi a rischio.
  • Vincenzo Li Muli, 22 anni. Il più giovane della pattuglia. Da tre anni nella Polizia di Stato, aveva ottenuto pochi mesi prima la nomina ad agente effettivo.
  • Claudio Traina, 26 anni. Arruolato in Polizia giovanissimo, dopo essere stato a Milano e Alessandria, aveva ottenuto da poco il trasferimento nella sua città: Palermo.

Antonio Vullo, 32 anni, agente, sposato e padre di un figlio è l'unico riuscito a sopravvivere alla strage. Mentre i suoi colleghi si stringevano, come d'abitudine, attorno al magistrato, Vullo parcheggiava la macchina poco distante.

18/07/2006
(modificato il 22/05/2017)
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