Bullismo: prepotenze ingiustificate!
E' entrato ormai nel linguaggio comune, in particolare quando si parla di ragazzi, il termine bullismo: un atteggiamento preoccupante che
può creare gravi disagi soprattutto in chi lo subisce. E' facile che tra gruppi di ragazzini si creino atteggiamenti
provocatori e di derisione nei confronti di altri, tenuto conto anche del fatto che l'unione fa la forza. Spesso sono proprio i ragazzi più
timidi, magari più soli e insicuri, a subire forme di prevaricazione o di aggressione.
Per bullismo si intendono infatti atteggiamenti di intimidazione, sopraffazione, oppressione fisica o psicologica, che vengono commesse da un
soggetto "forte" (bullo), nei confronti di un soggetto "debole" (vittima). Queste azioni hanno 2 caratteristiche distintive: il fatto che sono
intenzionali e ripetute nel tempo.
Nella maggior parte dei casi si tratta di aggressioni fisiche: botte, spinte, calci, pugni, tirate di capelli, pizzicotti ma anche
appropriazione di oggetti altrui, estorsione di denaro o altri beni materiali. Ma le intimidazioni possono essere anche verbali
(minacce, offese, insulti, prese in giro) e/o psicologiche come l'esclusione, l'isolamento o la diffusione di calunnie sul conto
delle vittime. Questo ultimo tipo di bullismo definito indiretto è più tipico delle femmine.
Il fenomeno riguarda sia i maschi che le femmine e tende a manifestarsi nelle fasce di età dai 7/8 ai 14/18
anni e soprattutto in ambito scolastico: aule, corridoi, bagni, laboratori, spogliatoi e tutti i luoghi isolati o poco sorvegliati.
Talvolta le prepotenze si verificano anche nel tragitto casa-scuola e più in generale alle fermate degli autobus e sui mezzi di trasporto,
nei locali e luoghi di ritrovo di massa.
Per prevenire e combattere il fenomeno la questura di Nuoro ha preparato degli opuscoli che aiutano grandi e piccoli a individuare
i segnali preoccupanti e a sapere cosa fare.
Non è bullismo se…
Vi ricordiamo che non si tratta di bullismo se due ragazzi o gruppi di ragazzi litigano fra loro o si picchiano perché, in
questi casi, esiste una parità di forza. Ma soprattutto non è bullismo quando qualcuno attacca o minaccia un coetaneo con un
coltello, procura ferite gravi o compie molestie o abusi sessuali. Questi comportamenti sono dei veri e propri reati.
(modificato il 19/12/2007)