Bari: giro di vite all'usura, la polizia arresta sette persone
È solo una delle ferite che la piaga dell'usura causa come una mala pianta nel tessuto sociale, ma stamattina la Squadra mobile della questura di Bari ne ha rimarginato una delle più sanguinolenti, smantellando con l'operazione "Shylock" un'organizzazione che aveva già attecchito prepotentemente nella città pugliese.
Sette sono le persone arrestate per associazione per delinquere dedita all'usura e all'estorsione, quattro ai domiciliari e tre in carcere, di cui solo sei costituivano un intero nucleo familiare tra coniugi, figli e parenti acquisiti. Due di loro i capi della banda: De Carne Saverio e Carlucci Riccardo, colleghi anche nell'altro lavoro, quello ufficiale e dall'apparenza "pulito" di dipendenti del Policlinico di Bari.
Anzi, era proprio l'ufficio dove lavoravano De Carne, da ausiliario del Reparto di ginecologia e Carlucci, nell'Area gestione tecnica, il covo logistico delle loro attività di usurai. Proprio lì conservavano i libri paga delle vittime, gli assegni e pure il denaro contante per i nuovi debitori che cadevano nella rete, mentre il bar "Shaday" della sorella di De Carne, funzionava come un vero sportello di riscossione ed erogazione dei crediti.
Ma la polizia li teneva d'occhio già da maggio dello scorso anno con intercettazioni, appostamenti, pedinamenti e lunghe riprese di video che li hanno inchiodati alle loro realtà criminali.
Tutto era iniziato dal popolare quartiere Carrassi di Bari, dove improvvisamente e senza alcuna logica previsione chiusero due negozi con merce di uso comune: abbigliamento intimo e detersivi. I titolari, una coppia di coniugi, finiti nella rete delle minacce e dei ricatti degli usurai, avevano dovuto chiudere per forza, trovando una mattina il negozio di intimo interamente svuotato della merce.
Le indagini, iniziate grazie alla denuncia dei proprietari dei negozi, oggi protetti e trasferiti in altra località come previsto dal programma per le vittime dell'usura, si sono concluse con gli arresti di stamattina. Gli uomini della Squadra mobile e della Direzione distrettuale antimafia di Bari hanno accertato l'esistenza di più di 150 nuclei familiari e di commercianti sottomessi alle pretese usuraie di De Carne e Carlucci. I tassi d'interesse applicati partivano dal 66% del capitale fino a schiacciare le vittime con il 120% e "strozzarle" al 500%, man mano che il ritardo nei pagamenti cresceva, passando dai ratei mensili a quelli annui.
Gli investigatori stimano un valore complessivo di 20.000 euro per le somme concesse in prestito con l'usura. E ricco è anche il capitale dei beni che la polizia sta procedendo al sequestro, tra cui una quindicina di appartamenti, una decina di autovetture ed altri valori mobili e immobili per un valore complessivo di sei milioni di euro.