Basket: partite truccate, 41 indagati
Quarantuno indagati nella Federazione italiana pallacanestro, per abuso d'ufficio e frode in competizioni sportive, commessi all'interno del mondo del basket.
La polizia postale di Reggio Calabria dopo due anni di indagini attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche è riuscita a scoprire il giro di truffe nella pallacanestro messe in atto da arbitri e commissari sportivi.
Sono coinvolti nell'inchiesta i vertici del Comitato italiano arbitri (Cia): il presidente, il responsabile del Settore commissari speciali, il designatore dei commissari speciali e il designatore degli arbitri di serie C maschile. Tutti devono rispondere di associazione per delinquere finalizzato all'abuso d'ufficio e frode in competizioni sportive.
L'attività investigativa ha riguardato le stagioni sportive 2007/2008 e 2008/2009, durante le quali erano state condizionate le graduatorie arbitrali, ma anche alcune gare del campionato, per le quali alcuni presidenti di squadre richiedevano l'invio giudici di gara "compiacenti".
Gli indagati, residenti in varie regioni italiane, fanno parte delle categorie A dilettanti maschile - A1 femminile; B maschile-A2 femminile, C maschile - B Femminile.
Le indagini - che si sono chiuse oggi - sono iniziate nella seconda metà del 2007, dopo che alcuni arbitri di Reggio Calabria, Caserta e Pesaro, danneggiati dal predetto metodo, avevano denunciato l'esistenza di un sistema corrotto.
Le procedure illecite scoperte dalla polizia riguardavano, infatti, anche il sistema delle valutazioni degli arbitri. I vertici del Cia stabilivano prima delle partite i voti da dare ai giudici di gara senza tener conto della prestazione che poi avrebbero effettuato. In questa maniera si penalizzavano gli arbitri non compiacenti con la retrocessione favorendo, invece, quelli che si attenevano alle disposizioni ricevute.