Catania: 12 arresti e 4mila chili di droga sequestrati
Importavano marijuana direttamente dall'Albania, rifornendosi dalla stessa organizzazione criminale; poi però i tre gruppi di trafficanti e spacciatori, agivano in modo autonomo vendendo la droga ognuno in una diversa piazza di spaccio di Catania.
Al termine dell'operazione "Spartivento", gli investigatori della Squadra mobile etnea hanno arrestato i componenti delle tre bande. Si tratta di 12 persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, con le aggravanti della modalità e finalità mafiosa e della natura transnazionale del reato. Un altro destinatario dell'ordinanza di custodia cautelare era già detenuto in Albania, mentre tre persone sono ancora ricercate.
Nel corso delle perquisizioni eseguite nelle abitazioni di alcuni degli arrestati, è stata sequestrata anche la somma di 13mila euro in contanti.
L'indagine della Mobile ha preso il via dopo il sequestro di 280 chili di marijuana effettuato il 17 maggio 2013, all'interno di due abitazioni del rione Libirino. In quell'occasione furono anche arrestate due persone incensurate, con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
L'attività investigativa, sviluppata dal maggio 2013 all'ottobre 2014, ha fatto luce sul traffico di droga di tre distinti gruppi criminali, affiliati alla cosca catanese "Santapaola - Ercolano".
Il primo, riferibile ai fratelli Morabito, era attivo nel rione di Picanello; il secondo, controllato dalla famiglia Nizza, operava in numerose piazze di spaccio, tra le quali i quartieri di Libirino e San Cristoforo; in quest'ultimo spacciava anche il terzo gruppo, il cui leader, Lorenzo Saitta, impartiva gli ordini dal carcere dov'è attualmente detenuto.
La droga arrivava in Sicilia seguendo una rotta che passava da Capo Spartivento (da cui deriva il nome dell'indagine), e per il trasporto venivano utilizzati alcuni pescherecci d'altura, acquistati dalle organizzazioni siciliane proprio per svolgere questo compito. Anche il personale a bordo delle imbarcazioni era appositamente selezionato tra gli affiliati alle cosche.
Nel corso delle indagini gli agenti della Squadra mobile avevano intercettato due pescherecci, a bordo dei quali, accuratamente nascosti all'interno di scomparti segreti, furono trovate e sequestrate in totale circa 3 tonnellate e mezza di marijuana. La droga, venduta sul mercato, avrebbe fruttato circa 16 milioni di euro. In quelle occasioni furono anche arrestate tutte le nove persone di equipaggio delle imbarcazioni.
I trafficanti albanesi si avvalevano anche di un connazionale, un autista di autobus di linea sulla tratta Albania-Sicilia. L'uomo portava in Albania grosse somme di denaro, ricevuto come pagamento delle partite di droga commissionate dai clienti catanesi. L'autista aveva anche il compito di far arrivare in Sicilia schede e cellulari "puliti" da dedicare ai contatti riservati tra i trafficanti.
Sergio Foffo
(modificato il 31/01/2019)