Catania: la procura ferma i “;giovani leoni”; della mafia
La procura di Catania ha emesso 50 provvedimenti di fermo e ha richiesto al giudice per le indagini preliminari 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere, per un totale di 70 persone indagate per associazione mafiosa, spaccio di sostanze stupefacenti, omicidio, estorsione, detenzione di armi e rivelazione di segreto d'ufficio.
Tutto è partito dalla Squadra mobile di Catania che nello sviluppo delle indagini, coordinate dal procuratore Vincenzo D'Agata, sulle ramificazioni mafiose del capoluogo etneo, è riuscita, grazie anche all'uso di sofisticati mezzi tecnici di ricostruzione multimediale, ad entrare in possesso d'informazioni chiave riguardanti un agguato omicida tra clan rivali nella contesa degli affari criminali a Catania e provincia.
Agli investigatori si prospettava lo scenario certo di una faida tra la cosca emergente dei "giovani leoni" legati al clan dei Cursoti del boss già detenuto Salvatore Cappello, contro le "famiglie storiche" di Cosa nostra dei Santapaola, Ercolano e Laudani.
Il piano criminale intercettato dalla polizia prevedeva l'uccisione di due appartenenti al clan dei Santapaola con i nomi degli esecutori, le armi da usare, l'ora e luogo esatto dell'omicidio.
Da qui la decisione della Direzione distrettuale antimafia della procura di Catania di emettere i provvedimenti di fermo "per evitare che venissero commessi reati gravi che avrebbero inciso nella sicurezza dei cittadini per la pericolosa spirale di vendette tra gli opposti clan mafiosi" come ha dichiarato il procuratore D'Agata nel corso della conferenza stampa odierna.
L'esecuzione dei fermi, ancora in corso nei quartieri popolari ad alta densità criminale e mafiosa di San Cristoforo, Librino e Nesima, ha richiesto l'impiego di 300 ufficiali e agenti di polizia giudiziaria.