Cocaina sull'asse Sud America-Spagna-Italia: 11 arresti nell'operazione "Coco"
Un'indagine congiunta tra polizia italiana e spagnola ha permesso di interrompere i traffici di un'organizzazione criminale specializzata nel traffico internazionale di cocaina.
L'operazione "Coco" ha portato in totale all'arresto di 11 persone, di cui 5 effettuati questa mattina, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanza stupefacente, riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita.
Sull'isola di Tenerife sono state sequestrate società commerciali, un ristorante, 4 case, 16 auto di lusso, nonché conti correnti bancari, depositi fruttiferi e denaro contante.
L'attività investigativa è stata svolta dal Servizio centrale operativo, dalle Squadre mobili di Latina e Roma, mentre sul versante iberico ha operato la Guardia civile insieme agli specialisti del Greco, il gruppo di risposta speciale contro il crimine organizzato, tutti coordinati dalla Direzione centrale per i servizi antidroga.
L'indagine è iniziata nel settembre dello scorso anno, nell'ambito degli accertamenti svolti dalla Squadra mobile di Latina sul conto di M. L., un pregiudicato italiano residente a Nettuno e domiciliato a Tenerife (Spagna), finanziatore e ideatore dell'organizzazione.
L'uomo aveva avviato floride attività nel settore dell'import-export, ristorazione, casinò e video giochi, che in realtà erano utilizzate per coprire il traffico di stupefacenti. Nell'ottobre scorso l'uomo fu fermato in esecuzione di un mandato di arresto europeo, prima che riuscisse a dileguarsi in Sud America, allarmato dal fermo di due corrieri del gruppo, trovati in possesso di 5 chili di cocaina.
L'organizzazione aveva una forte connotazione familiare, infatti tra gli arrestati ci sono padre, madre, fratello, sorella e rispettivi consorti, nonché la moglie del capobanda.
Il gruppo acquistava la cocaina in Sud America, prevalentemente in Perù e Colombia, e passando per il Venezuela la faceva arrivare via mare in Spagna, da dove partivano i corrieri che trasportavano la droga in Italia, nascosta all'interno di auto appositamente modificate per l'occultamento.
Gli investigatori hanno stimato in almeno mezza tonnellata la droga movimentata dall'organizzazione nel periodo dell'indagine, che veniva spacciata sulle piazze di Latina e Roma, mentre i proventi dell'attività alimentavano gli investimenti immobiliari e commerciali in Spagna.
(modificato il 02/02/2012)