dall'Unità alla riforma di Crispi
All'indomani dell'unificazione la rivolta contro la tassa sul macinato al Nord e il fenomeno del brigantaggio nel Meridione scuotono il tessuto sociale del Regno, portando alla emanazione di severe misure repressive per il ristabilire l'ordine.
Per rispondere ai suoi crescenti compiti il Ministero dell'Interno deve incrementare l'organico della polizia. Nel 1860 Silvio Spaventa, Segretario Generale dell' Interno, afferma che i poliziotti siano «la più bassa categoria di servitori dello Stato, da cui è legittimo attendersi una dedizione illimitata non solo nelle opere ma negli affetti»; quindi è imposto loro il celibato e la dimora in caserma. Le esigenze di bilancio non sono estranee a questo indirizzo. Se è vero che il mestiere del poliziotto impone disagi, fatiche, sprezzo del pericolo è altrettanto vero che un poliziotto con moglie e figli costa di più allo Stato e forse potrebbe tentennare nelle situazioni di estremo rischio. Seguendo questa linea, nel 1867 il Presidente del Consiglio Bettino Ricasoli suggerisce ai prefetti di reclutare il personale di polizia tra le classi più umili, gente disposta ai sacrifici e alle privazioni più dure.
Nel marzo del 1877 inoltre solo in Sicilia il Corpo dei Militi a cavallo, istituito da Garibaldi nel 1860 per garantire l'ordine e la sicurezza nelle zone rurali e sospettato di connivenze con la 'maffia', è specificamente sostituito dal Corpo delle Guardie di P.S. a cavallo per le Province Siciliane.
Nel frattempo si fa strada la necessità di un'idonea formazione del personale del Corpo. In quest'ottica a Torino si istituisce un Deposito di Istruzione, prima scuola di polizia italiana, che verrà trasferita a Roma nel 1876.
Nel 1879 il Ministro dell'Interno Tommaso Villa insedia a capo della Direzione Generale della P.S. il prefetto Giovanni Bolis. La sua azione è diretta, - come scritto da Emilio Saracini nel suo I Crepuscoli della Polizia - a che «i giovani d'ingegno e forniti di buoni studi», entrino nel Corpo migliorandone l'immagine pubblica e promuove una contestuale valorizzazione delle carriere; richiede per i gradi più alti delle gerarchie della P.S. il possesso della laurea; parifica la paga dei poliziotti a quella delle guardie municipali; attua la stesura quotidiana di un bollettino di notizie estratte dagli atti ministeriali per far sì che la stampa conosca avvenimenti e fatti; avvia il servizio di vigilanza ferroviaria prodromo dei futuri Commissariati compartimentali di P.S. presso le Ferrovie dello Stato; istituisce, con funzioni coadiuvanti, il ruolo degli Agenti Ausiliari, dalla ferma annuale, non obbligati a risedere in caserma e liberi di contrarre matrimonio; imposta il servizio fotosegnaletico nelle questure che prevede di fotografare i criminali più pericolosi; fa redarre le prime statistiche sui reati commessi.
Nel contempo viene estesa la presenza sul territorio dei due Corpi di Polizia più importanti: i Carabinieri Reali nelle piccole località, le Guardie di P.S. nei grandi centri urbani.
Nell'agosto 1887 Francesco Crispi sostituisce Agostino Depretis nella direzione del Governo e si riserva il dicastero dell'Interno. Le agitazioni e le proteste che avvengono a Roma e Milano tra il 1888 e il 1889, mostrano una palese mancanza di coordinamento fra le autorità di Polizia nella gestione e nei servizi di ordine pubblico.
Agli inizi del 1889 Crispi ripresenta alla Camera un progetto di legge che fonde due sue precedenti proposte attinenti il riordinamento del personale e degli uffici di P.S. e l'accorpamento delle guardie municipali con le guardie di P.S., progetto già proposto da Marco Minghetti soprattutto per motivi di bilancio, senza successo, all'indomani dell'unificazione. Quest'iniziativa, come ai tempi di Minghetti, è osteggiata, di nuovo con successo, da molti consigli comunali per il doversi fare carico le casse locali degli eventuali oneri di spesa, e perché viene fondamentalmente lesa l'autonomia dei comuni coll'estendersi del diretto controllo delle autorità governative centrali sugli agenti municipali. Altre novità previste attendono l'organizzazione degli agenti investigativi in borghese, l'anagrafe di polizia, l'esordio di sistemi scientifici d'indagine. La vicenda legislativa giunge al suo termine nel dicembre 1890 con la nascita del Corpo delle Guardie di Città in cui confluiscono gli ordini delle Guardie di P.S. a piedi, mentre per il Corpo di P.S. a Cavallo della Sicilia ciò avverrà nel 1892.
Pertanto il mutamento è essenzialmente nominale, rimanendo intatte le finalità di salvaguardia dell'osservanza delle leggi, dell'ordine pubblico, di prevenzione e repressione dei reati, ora estese anche sul territorio municipale e perché le autorità locali all'evenienza possono disporre delle Guardie di Città accollandosi i relativi oneri d'impiego