Discorso del Capo della Polizia in occazione del conferimento della cittadinanza onoraria di Matera.

CONDIVIDI

Matera, 25 novembre 2005

Signor Sindaco, Autorità religiose e civili, amici di Matera, sono consapevole del privilegio che in questo momento mi viene offerto e dell'alto onore che mi viene conferito, perché sono assolutamente certo del fatto che non capita spesso, o forse non è mai capitato a nessuno, di arrivare per la prima volta in un luogo ed essere accolto con l'abbraccio più caloroso e sincero qual è quello di essere immediatamente ammesso a far parte della stessa famiglia.

Non sfugge certamente a me e non può sfuggire a nessuno di noi che questo onore e privilegio non spettano a me personalmente, ma sono rivolti ad una Istituzione, di cui io sono soltanto un qualificato esponente, la Polizia di Stato.

Ma un'Istituzione, soprattutto quando come nel nostro caso rappresenta una pietra angolare a garanzia del sereno svolgimento della vita quotidiana, non è un qualcosa di astratto o di virtuale. E' invece un corpo vivo e vitale fatto di persone, donne e uomini, che giorno dopo giorno, in silenzio, ma con tenacia, lavorano per affermare, per testimoniare, per far prevalere i valori di legalità, di libertà, di rispetto umano, di solidarietà tutti valori fondanti di una società coesa, operosa, serena e che crede nella democrazia.

Ed allora questo privilegio, questo onore, che stasera passa attraverso la mia persona, lo vivo e lo avverto come un riconoscimento rivolto all'Istituzione che rappresento, e questo, mi rende ancora più orgoglioso, ma altrettanto consapevole delle responsabilità che mi sono state affidate.

Grazie dunque a tutti voi e grazie al Sindaco - potrò da oggi dire al mio "primo concittadino" - per aver voluto riconoscere in questo modo solenne i meriti della nostra Polizia che in questa provincia è presente con oltre 330 unità.

Da parte mia posso soltanto assumere, davanti a tutti voi, un impegno formale. Imparerò ad essere degno dell'onore che mi avete voluto attribuire e quindi farò in modo, per il futuro, soprattutto quando i miei impegni saranno diminuiti, di frequentare questa bella e grande famiglia che stasera mi accoglie tra i suoi componenti.

Sarò soltanto allora all'altezza, anche a titolo personale, di essere annoverato nella vostra comunità.

Matera è una città che non conosco, che imparerò a conoscere, ma a cui mi unisce una comune appartenenza: anch'io sono un figlio del Sud ed anch'io sono nato in una parte della Magna Grecia.

È ora un mio dovere presentarmi, perché non dimentico le buone maniere e so che quando si è introdotti "in società" il primo dovere è quello di presentarsi.
Sono nato 57 anni fa a Reggio Calabria, sono un funzionario dello Stato, primo di tre fratelli, figli di un magistrato e nipoti di un dipendente statale.
Nel mio DNA c'è quindi l'attaccamento ai valori del nostro Sud ed a quelli si servitore dello Stato : entrambi costituiscono un biglietto da visita che mi consente di farmi sentire stasera a casa qui a Matera una città che oltre allo straordinario patrimonio di storia e di arte, che l'ha resa famosa, mette sempre in mostra il volto migliore del nostro mezzogiorno. Il volto di una gente ospitale, ottimista, saldamente ancorata alle proprie tradizioni, parte integrante, operosa e produttiva di quello Stato, che io mi onoro di servire da oltre trentacinque anni.

Matera oggi, grazie al lavoro ed al sacrificio di intere generazioni di meridionali onesti e laboriosi, è un esempio di sviluppo di una realtà sociale, economica, culturale, sempre più dinamica, moderna ed integrata nella nuova Europa.
Ne sono un diretto testimone: ho visto e constatato personalmente come la Basilicata, prima e più efficace tra tutte le regioni del Sud, ha saputo cogliere e sfruttare le opportunità che l'Europa ci offriva. Qui i miei collaboratori non hanno trovato alcun ostacolo, alcuna difficoltà nella realizzazione dei progetti europei e nell'attuazione del programma operativo "Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d' Italia".

Non deve quindi stupire se il Capo della Stato, nel far visita a questa "nostra città" quasi cinque anni orsono - se non sbaglio era il settembre del 2001- nel sottolineare il grande progresso economico, sociale e culturale di Matera disse che questo era stato reso possibile anche grazie al coesistere di una condizione imprescindibile per lo sviluppo: "l'ordinato vivere civile" di cui la Basilicata e Matera, in particolare, sono un esempio per tutto il Mezzogiorno d'Italia.

Se per una piccola parte a questo risultato ha potuto contribuire anche la Polizia di Stato, che stasera qui ho l'onore di rappresentare, ciò mi rende orgoglioso ed allo stesso tempo mi rende meritevole della vostra accoglienza, del vostro affetto, della vostra riconoscenza e quindi della "cittadinanza" che mi avete offerto e che accetto a nome di tutti i poliziotti italiani e di quelli che a Matera operano e si sacrificano giorno dopo giorno.

Cari "concittadini di Matera" vi chiedo di capire e rispettare i vostri poliziotti: sono parte integrante della vostra società, della vostra città, "sono gli amici della porta accanto". Condividono con voi le difficoltà della vita di tutti i giorni, ma sono pronti a dimenticare i propri personali bisogni, a lasciare i propri affetti ed i propri cari, per mettersi al vostro servizio quando le circostanze lo richiedono.

Molti di loro escono ogni giorno da casa e non sanno se ritorneranno.
Ieri pomeriggio nella cattedrale di Bari ho accompagnato per l'ultimo saluto Antonio, un ragazzo di 26 anni, un giovane agente, uscito di casa per il suo turno di servizio e che i suoi genitori, i suoi amici, i suoi colleghi, il suo Capo, non hanno visto più tornare.
I poliziotti, i vostri amici della porta accanto, purtroppo qualche volta diventano "gli eroi della porta accanto".

So che è stato inaugurato oggi nella Questura un monumento ai caduti della Polizia, ve ne sono grato e voglio ricordare per l'occasione due di questi eroi sepolti a Matera Giovanni Saponara e Valter Filippetti.

Ai poliziotti, uomini e donne, che lavorano a Matera voglio invece rivolgere un appello: amate e rispettate questa città, continuate ad impegnarvi giorno dopo giorno per assistere e aiutare i suoi abitanti a mantenere inalterato il livello di sicurezza e di coesione sociale; perché i valori di legalità, di libertà e di democrazia siano sempre vivi ed affermati con forza.

Signor Sindaco la prego di scusarmi se la passione e il sentimento hanno preso il sopravvento in questo mio breve discorso, sono come lei e come tutti i miei nuovi concittadini, un figlio del Mezzogiorno e l'intensità dei miei sentimenti è solo un modo per esplicitare la mia personale gratitudine per la vostra decisione di accogliermi tra di voi, nella mia nuova cittadina di Matera.

Viva Matera, Viva l'Italia, Viva la Polizia di Stato.

17/11/2007
(modificato il 16/12/2013)
Parole chiave: