Progetto Itepa: formazione e cooperazione per gestire i flussi migratori

CONDIVIDI

Il convegno ItepaSi conclude oggi a Roma la due giorni di lavori dedicata al progetto Itepa, International traning center at the egyptian police academy, che si è svolta presso la sala “Alcide De Gasperi” della Scuola superiore di Polizia; durante i lavori si è parlato della formazione come strumento di cooperazione internazionale nel campo della gestione dei confini e dei flussi migratori.

Al seminario ha partecipato il capo della Polizia Franco Gabrielli, che nel suo intervento ha precisato: “L’incontro è per fare il punto della situazione sul progetto Itepa. L’obiettivo è una “cooperazione pratica” cioè accompagnare questi paesi nella formazione sui temi connessi ai flussi migratori. In particolare indagini sulla tratta dei migranti, il controllo delle frontiere e i falsi documentali, sempre nel rispetto delle procedure di protezione internazionale e dei diritti dell’uomo. Tra i partner formativi infatti figurano Frontex, Interpol, Europol, Unhcr, Iom ed altri. A questi si affianca l’Egitto che ci ospiterà nella loro accademia e che ha una tradizione consolidata in questo tipo di attività e nel rapporto con i paesi coinvolti”.

Il convegno ItepaPoi Gabrielli ha concluso sottolineando: “L’interesse è che le migrazioni avvengano per canali legali nel rispetto delle procedure di protezione internazionale, contrastando le organizzazioni che lucrano sulla disperazione umana e che commettono dei crimini. Vogliamo quindi costruire un percorso con questi paesi che sono direttamente coinvolti dal fenomeno migratorio, cercando di esportare la nostra cultura giuridica e la nostra esperienza”.

All'incontro erano presenti anche il direttore centrale dell’Immigrazione e delle Frontiere Massimo Bontempi, il generale Ahemed Ebrahim, assistente del ministro dell’Interno egiziano e presidente dell’Accademia di Polizia, le delegazioni dei Paesi aderenti, i rappresentanti della Commissione europea e delle Agenzie Frontex ed Europol, nonché i delegati di varie organizzazioni internazionali.

Il progetto Itepa, finanziato dall’Unione europea, si è concretizzato nell’istituzione, presso l’Accademia di polizia egiziana, di un centro internazionale di formazione sui temi migratori, che in due anni ha svolto sei corsi e formato 310 funzionari di polizia e ufficiali di frontiera dei Paesi di origine e transito dei flussi migratori, con l’obiettivo di formare altro personale nei rispettivi Paesi.

Oltre all’Egitto, partner dell’Italia nel progetto, i Paesi beneficiari sono Algeria, Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gambia, Gibuti, Ghana, Guinea, Kenya, Libia, Mali, Morocco, Niger, Nigeria, Senegal, Somalia, Sudan, Sudan del Sud, Tunisia.

L’iniziativa è sostenuta dalle principali organizzazioni internazionali a tutela dei diritti del migrante, Unhcr (United nations high commissioner for refugees - Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati) e Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), favorevoli ad un approccio alla gestione delle frontiere e della migrazione che bilanci le esigenze di sicurezza e di tutela dei diritti umani.

Considerato il successo riscosso dal progetto, Italia ed Egitto, subito dopo la chiusura della conferenza, firmeranno un memorandum d’intesa per estendere la validità del protocollo firmato il 13 settembre 2017, avviando così un’ulteriore edizione del progetto, che si chiamerà Itepa 2, anch’essa finanziata dall’Unione europea e di durata biennale.

Sergio Foffo

27/11/2019
(modificato il 12/12/2019)