Furti e riciclaggio di rame, altri 9 arresti nell'operazione "Cuprum"
Con la terza fase dell'operazione "Cuprum" (nome latino del rame) la Squadra mobile di Foggia ha smantellato definitivamente l'organizzazione criminale che da anni rubava cavi di rame in tutta la provincia, depredando depositi di materiali edili, linee ferroviarie, elettriche e telefoniche.
Questa mattina sono state arrestate 9 persone, ma dal 2009 sono ben 25 gli appartenenti alla banda finiti in manette con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al furto e ricettazione di rame.
Proprio la certezza che la Puglia, e in particolare l'area di Foggia, fosse la zona maggiormente colpita da questo genere di furti, ha fatto dedurre agli investigatori che ci fosse un'organizzazione ben strutturata che gestiva questo tipo di reati. Questo è uno dei motivi che ha portato ad approfondire le indagini, iniziate dopo l'arresto in flagranza di alcuni cittadini romeni.
I primi due tronconi dell'operazione avevano portato alla scoperta di tre gruppi, ognuno composto da 6 - 8 romeni, che agivano nella provincia di Foggia, eseguendo materialmente i furti.
Gli arresti di questa mattina, invece, colpiscono i vertici dell'organizzazione: due italiani di San Severo (Foggia) e il loro collaboratore di un centro vicino, tre ricettatori pugliesi che facevano da tramite con i romeni che eseguivano i furti, tre dei quali presi oggi.
Il rame rubato veniva acquisito dai ricettatori, che spesso si occupavano anche di fornire ai predoni del rame le attrezzature necessarie per eseguire i furti. Poi la refurtiva confluiva nei magazzini di una società di San Severo, operante nel settore del recupero di materiale ferroso, i cui responsabili, che erano anche i due leader dell'organizzazione, si occupavano di "ripulire" il rame rubato per poi reimmetterlo sul mercato.
Nell'ambito dell'indagine gli uomini della Squadra mobile hanno sequestrato oltre 50 quintali di cavi rubati, che avrebbero alimentato il fiorente giro d'affari dell'organizzazione, considerando che il rame sul mercato nero può costare dai 4 ai 10 euro al chilo, in base alla purezza e allo stato di conservazione.
(modificato il 23/05/2012)