I dati sulla violenza contro le donne: il vicecapo della Polizia Rizzi alla Sapienza
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata celebrata dalla Sapienza Università di Roma, in collaborazione con il Telefono rosa, con un evento intitolato “Le donne: un filo che unisce mondi e culture diverse”.
Al dibattito, che si è tenuto nell’aula magna del palazzo del Rettorato, moderato dalla direttrice del Dipartimento di psicologia e delegata della Rettrice alle Politiche per le pari opportunità Anna Maria Giannini, ha partecipato il vicecapo vicario della Polizia Vittorio Rizzi che, nel suo intervento di apertura, ha illustrato i dati del ministero dell’Interno, sintetizzati dalla Direzione centrale della Polizia criminale ed elaborati dal Servizio analisi criminale, relativi a tutte le Forze di polizia.
Il prefetto Rizzi ha precisato come siano 107 gli omicidi di donne nell’anno 2023 su 297 complessivi. Un dato che va inquadrato nell’ambito generale della violenza di genere, non essendo prevista una fattispecie specifica di femminicidio. Le chiavi di lettura del fenomeno sono molteplici, una è senz’altro la dimensione affettivo familiare. Alla data del 30 settembre 2023, l’83 per cento degli omicidi volontari di donne rientra in questa dimensione.
Di questa percentuale, il 63 per cento è maturata in una relazione con il partner o l’ex partner. I dati sui cosiddetti reati spia (violenza sessuale, maltrattamento in famiglia e stalking) sono percentualmente in diminuzione rispetto all’analogo periodo dell’anno 2022. È un dato significativo che riflette l’efficacia di alcuni strumenti utilizzati, come ad esempio l’ammonimento del Questore. Come sottolineato dal Vicecapo della Polizia, nel 2022 si è registrato il numero più alto di ammonimenti dall’entrata in vigore della legge, con un aumento del 28 per cento rispetto all’anno precedente. Ciò vuol dire che una risposta sotto il profilo del contrasto ha iniziato a produrre i suoi effetti.
Un dato allarmante, ha infine evidenziato il Prefetto, riguarda invece il 9 per cento delle vittime minorenni dei reati spia. Allarmante perché, se normalmente l’abusante è un adulto, per due fattispecie di reato in particolare, la violenza sessuale di gruppo e quella presso gli istituti scolastici, l’abusante è spesso un coetaneo minorenne. Il dato richiede una maggiore e più efficace azione di tipo educativo.