Il messaggio del capo della Polizia
L'anniversario della fondazione della Polizia rappresenta un momento di festa per gli uomini e le donne appartenenti a questa gloriosa Istituzione, attorno a cui - ne sono convinto - l'intero Paese si stringe con un abbraccio affettuoso e riconoscente.
È la festa di chi lavora tutti i giorni, con impegno, con passione e sacrificio spinti ben oltre i limiti del semplice rapporto di lavoro; è il momento in cui si deve riconoscere il valore aggiunto che, con impagabile entusiasmo, questi ragazzi offrono alla gente che quotidianamente si rivolge a loro; è la celebrazione dell'Istituzione considerata uno dei più importanti e solidi punti di riferimento della nostra democrazia e della civile convivenza della società italiana.
Impossibile quantificare con dati e statistiche l'impegno che ogni giorno gli uomini e le donne della Polizia di Stato profondono per garantire ad ogni cittadino di vivere e lavorare serenamente, libero dalle mille paure che attanagliano la società contemporanea così complessa e composita.
I numeri, i grafici, i raffronti con cui solitamente si misurano le performances di un'azienda, del suo personale, non potranno mai offrire una lontana idea dei sentimenti di dedizione verso il Paese che tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato dimostrano concretamente, giorno e notte.
Ovviamente, le cronache mediatiche si attivano, principalmente, a seguito di fatti eclatanti: ad esempio, quando si arrestano i grandi latitanti. Soltanto nell'ultimo anno sono stati catturati oltre trenta tra i più pericolosi ricercati, tra cui spiccano il noto boss camorrista Antonio Iovine ed altri membri di associazioni di criminalita' organizzata.
Le luci dei riflettori si accendono quando lo Stato mette le mani sui grandi patrimoni illecitamente conseguiti: nel 2010, ad esempio, sono stati confiscati beni, mobili ed immobili, per un totale che si aggira sui 9 miliardi di euro, più del doppio di quanto ottenuto nel 2009, che pure era stato un anno particolarmente prolifico.
L'attenzione degli organi di informazione si conquista quando si accerta che in un anno, il 2010, grazie all'azione delle Forze di polizia, si è riusciti ad abbattere del 20% il numero degli omicidi attribuiti alla malavita.
In realtà, la gente, le comunità nel cui ambito lavorano i nostri operatori di polizia non hanno bisogno del clamore dei media per apprezzare un impegno che è fatto di tanti, piccoli ma significativi gesti di attenzione verso la gente, sempre più desiderosa di sicurezza, con particolare riguardo alle persone più esposte ai pericoli e alle paure, come i bambini, le donne, gli anziani, i poveri e le minoranze di qualsiasi genere.
Ed i sentimenti di gratitudine che la gente continuamente e costantemente dimostra verso la Polizia di Stato si vanno sempre più rafforzando tanto più la collettività si rende conto delle aumentate difficoltà a cui vanno incontro i poliziotti in un momento, come l'attuale, di significativa contrazione della spesa pubblica.
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L'odierna ricorrenza si presta, per la coincidenza temporale, ad ampliare il momento celebrativo a due eventi importanti, sia pure in diversa misura, per la Polizia di Stato: il 150° anniversario dell'Unità d'Italia ed i trenta anni di vigenza della Legge n. 121 del 1° aprile 1981.
Sono due momenti che la Polizia di Stato intende celebrare con particolare intensità emotiva, perché, sia pure nella loro evidente diversità, esprimono quei sentimenti di unitarietà, di comunanza, di condivisione di intenti che rappresentano il filo conduttore, ora più che mai, della nostra mission.
La storia del Paese è ricca di un vissuto di uomini che hanno fortemente voluto, con un deciso impegno comune, creare e rafforzare continuamente una democrazia sempre più partecipata e solidale.
Per non andare troppo lontano nel tempo, si pensi al lungo attacco terroristico con cui il Paese, dagli anni '70 in poi, ha dovuto fare i conti, quando, non solo la coesione sociale e nazionale, ma anche le libere istituzioni democratiche, nate sull'onda del movimento di Liberazione ed ancorate ai principi della Costituzione repubblicana, sono state pesantemente ed insidiosamente attaccate.
La storia di quegli anni ci consegna pagine, intense ed eroiche, scritte da donne ed uomini eccezionali: magistrati, forze dell'ordine, funzionari pubblici, cittadini che si sono distinti per vocazione morale, senso del dovere, impegno nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. Erano anni in cui, nell'aberrante progetto terroristico, ogni poliziotto, ogni magistrato, ogni politico era un bersaglio da colpire e da annientare per distruggere il tessuto della società e la tenuta delle Istituzioni.
Questa lezione, che anche la Polizia di Stato ha saputo offrire, deve essere considerata un monito per chiunque sia tentato di percorrere la strada della violenza, della illegalità, della sfida alle regole della convivenza civile.
E proprio durante quegli anni si e' concretizzato lo spirito riformatore, che ha preso corpo nella legge 121, con cui, oltre alla smilitarizzazione della Polizia di Stato, si e' realizzata l'unitarietà dell'azione delle Forze di polizia, attraverso la figura del Ministro dell'Interno come Autorità nazionale di pubblica sicurezza e, quindi, come figura centrale e di vertice.
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Questo forte intento unitario, che ha sempre caratterizzato l'anima e la cultura operativa della Polizia di Stato, questa voglia di fare squadra con le forze sane della società, di condividere strategicamente problemi e soluzioni, rendono l'Istituzione sempre vicina alla gente e pronta ad affrontare i mille problemi quotidiani che tante persone devono affrontare.
Proprio a tutela dei più deboli, la Polizia di Stato è fortemente impegnata per difendere le minoranze presenti nel nostro Paese, al fine di consentire il concreto godimento del diritto all'eguaglianza dinanzi alla legge, contro le discriminazioni.
Se rimuovere gli ostacoli che impediscono la fruizione di tale diritto è il segno del livello di civiltà di un Paese, a maggior ragione anche la Polizia di Stato, da sempre garante della civile convivenza della collettività, interviene con una forte azione di prevenzione e repressione finalizzata ad eliminare ogni atto culturalmente discriminante, in un percorso di concreta liberazione dai pregiudizi.
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Il momento celebrativo, infine, deve costituire anche un doveroso omaggio ai tanti poliziotti che non hanno esitato a sacrificare la vita per reprimere un reato, sventare una minaccia, salvare una persona. A questi uomini ed a queste donne deve andare il nostro pensiero commosso, la nostra profonda gratitudine; e alle loro famiglie, il nostro pieno, continuo ed incondizionato sostegno affettuoso.
Le donne e gli uomini della Polizia di Stato, che mi onoro di rappresentare, conoscono bene il valore della vita, perché mettono a repentaglio la propria esistenza ogni giorno e perché difendono quella altrui con ogni risorsa. Ecco perché i poliziotti saranno sempre al fianco della gente, senza farsi intimidire da niente e da nessuno, senza arretrare mai, con un coraggio pari all'amore che ognuno di loro prova per il nostro Paese.
Antonio Manganelli