Immigrazione: 41 arresti fermano lo "smuggling"
Arrestate, nella notte, 41 persone dalla polizia nelle città di Bologna, Ascoli Piceno, Milano, Roma, Teramo e Lecce per associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina.
Le Squadre mobili di Bologna e Ravenna hanno arrestato 13 afgani e fermati altri 4, mentre la Squadra mobile di Lecce ha messo le manette ad altri 18 stranieri tutti accusati di "smuggling" (tratta di esseri umani) in Italia e all'estero.
L'operazione, coordinata dal Servizio centrale operativo, è il frutto di una serie di indagini nate in seguito al consistente aumento dei flussi migratori registrati a maggio dell'anno scorso.
Le migliaia di immigrati che l'organizzazione criminale faceva arrivare clandestinamente in Italia, erano ''in costante pericolo di vita'' per le modalità con cui avvenivano i viaggi, sia quelli verso l'Italia che quelli dal nostro Paese verso gli altri stati europei.
L'attività investigativa ha evidenziato come i migranti attraverso dei referenti in Turchia, Libia ed Egitto, raggiungevano le coste italiane.
In particolare venivano utilizzate imbarcazioni di medie dimensioni per approdare direttamente in Puglia, Sicilia e Calabria; in altri casi tramite tappa forzata in Grecia, gli immigrati venivano imbarcati su traghetti di linea diretti in Italia ai porti di Ravenna, Ancona o Bari, nascosti anche all'interno di rimorchi.
Una volta arrivati in Italia trovavano una rete capillare di connazionali che si occupava di ospitarli in abitazioni fino a quando non veniva organizzato il viaggio in piccoli gruppi verso altre destinazioni come Germania, Svizzera, Danimarca, Austria, Francia e Belgio.
I clandestini, soprattutto pachistani, iracheni e afghani, venivano trasportati fino al confine tedesco o francese con auto e pulmini noleggiati, oppure tramite tir o treni. La città di Bologna era diventata lo snodo principale per coloro che erano diretti verso i Paesi del Nord Europa.