Lo Stemma Araldico
Lo Stemma Araldico è il principale simbolo figurativo della Polizia di Stato. I motivi che lo compongono riassumono ed esprimono tradizioni e valori, virtù e onori del Corpo di P.S.
Con la nascita della Repubblica Italiana, la Polizia si propone come garante delle regole democratiche, mirando ad accrescere la propria considerazione all'interno della società civile. L'idea di fondo è quella di avvicinare la Polizia al cittadino, anche attraverso una rappresentazione simbolica della propria attività che ne dia un'immediata percezione d'impegno quotidiano, adottando una propria araldica e un proprio motto.
Il primo stemma della Polizia è del 1957. Lo scudo, diviso in due parti verticali, è sormontato da un'aquila, emblema tradizionale della Polizia.
La parte sinistra è divisa in due registri dal fondo dorato, separati da una fascia azzurra, simbolo delle decorazioni concesse alla bandiera della Polizia. Nel registro superiore è raffigurato un libro chiuso, il cui titolo LEX sottende il compito della Polizia di esser fedele e di far rispettare le Leggi e i Regolamenti della Repubblica. In quello inferiore, il motivo delle due fiammeggianti fiaccole incrociate si riferisce alla fondamentale attività di soccorso e assistenza della popolazione in caso di calamità, che attiene all'Amministrazione di P.S. Nel lato destro sul fondo purpureo un leone rampante dorato, che impugna con la zampa anteriore destra un gladio romano, sottolinea l'imprescindibilità di forza, coraggio, onestà nella difesa della legge.
Sotto lo scudo lungo il nastro sinuoso dalle estremità bifide, il motto Sub Lege Libertas, ricorda come l'azione della Polizia deve svolgersi nel rispetto delle Leggi e dell'Istituzione Repubblicana. Tale motto compare inoltre sul primo numero della rivista ufficiale Polizia Moderna e, successivamente, su alcune medaglie dedicate al Corpo.
Lo scudo e il motto sono racchiusi da due rami incrociati, uno di quercia, simbolo della forza, l'altro di alloro, simbolo del valore.
Nel 1991 l'aquila è sostituita da una cinta turrita a forma di corona. Il motivo è estrapolato da un disegno realizzato per la scelta dell'emblema della neonata Repubblica nell'immediato dopoguerra.
Nello stemma, sotto la torre mediana c'è uno scudetto di colore cremisi, che reca impresso l'acronimo R.I., con la lettera I intersecante.
Delle otto torri che compongono la cinta, ne sono visibili cinque, di pianta rettangolare con merli alla guelfa. Ogni torre è munita di una porta con una soprastante finestra; anche i singoli tratti delle mura di raccordo hanno una feritoia. L'insieme della composizione è dorato e bordato di nero, mentre la base della circonferenza è rossa.
L'impianto iconografico dello Stemma viene semplificato nel 2007 con l'eliminazione delle fronde arboree che ornavano lo scudo, in quanto più consone all'araldica dei comuni e delle province.
La conformazione attuale dello stemma è frutto di una rivisitazione stilistica avvenuta nel 2018 che, lasciando inalterata la descrizione e la cromia nel rispetto del patrimonio valoriale, ha fornito una diversa rappresentazione dei suoi tratti caratteristici
(modificato il 04/06/2020)