Mafia: l'ombra dei boss sulla "Despar" in Sicilia

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Autovetture della Polizia di StatoLa Direzione investigativa antimafia ha sequestrato, nell'ambito dell'operazione denominata "Mida", a Giuseppe Grigoli beni per il valore di circa 700 milioni di euro.

Grigoli, sessantenne, originario di Castelvetrano (Trapani) è considerato il cassiere del boss latitante Matteo Messina Denaro ed è è stato arrestato il 20 dicembre del 2007 con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. In quell'occasione gli sono stati sequestrati beni per 200 milioni di euro e successivamente, a gennaio scorso, un patrimonio per un valore di 300 milioni di euro.

Tra i beni sequestrati oggi ci sono: 12 società, 220 palazzine e ville e 133 appezzamenti di terreno per un totale di circa 60 ettari. Molte le attività finanziarie gestite dalla società dell'imprenditore, la "Gruppo 6 G.D.O. srl" e da altri gruppi affiliati alla holding, che rifornivano e controllavano 60 esercizi commerciali siciliani, per la maggior parte supermercati della catena "Despar" nelle province di Palermo, Trapani ed Agrigento.

L'indagine è nata dall'analisi dei "pizzini" sequestrati nel covo del boss Bernardo Provenzano arrestato l'11aprile 2007 a Corleone in provincia di Palermo. Molti "pizzini" erano stati mandati a Provenzano dal boss trapanese Messina Denaro che confermava che dietro la società del Grigoli c'era lui e chiedeva aiuto al padrino corleonese affinché le cosche mafiose dell'agrigentino non richiedessero il pizzo.

Contro il re dei supermercati, ci sono anche le dichiarazioni del pentito agrigentino Maurizio Di Gati che lo accusa di avere arricchito le casse delle cosche mafiose e di aver impiegato nei negozi, uomini vicini ai clan.

"Le aziende sequestrate comunque", assicurano dalla Direzione investigativa antimafia, ''non subiranno ripercussioni negative, né interruzioni sotto il profilo della conduzione delle attività".

18/11/2008
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