Manganelli: Palermo ha un nuovo cittadino
Il capo della Polizia Antonio Manganelli diventa cittadino onorario di Palermo. Dopo aver trascorso tanti anni nel capoluogo siciliano, esserne stato questore e aver combattuto duramente la criminalità organizzata, a Villa Niscemi, sede del comune di Palermo il sindaco Diego Cammarata ha festeggiato il prefetto Antonio Manganelli concedendogli la cittadinanza ad honorem.
Il primo cittadino di Palermo nelle dichiarazioni che ha rilasciato, ha ricordato che "questa cerimonia è un altro passo avanti nella difficile e ancora lunga strada per la legalità". Un segno di riconoscenza della città nei confronti del prefetto Manganelli "che ha svolto a Palermo - ha aggiunto il sindaco Cammarata - dal 1997 al 1999 il suo impegno di questore contribuendo ad avviare quella poderosa macchina di indagine che ha consentito allo Stato di mettere a segno, anno dopo anno, colpi mortali a Cosa Nostra".
Nelle motivazioni è stato anche riconosciuto il ruolo significativo del capo della Polizia nel far riacquistare alla cittadinanza di Palermo la fiducia nello Stato.
Dopo la mattinata dedicata alle celebrazioni, il pomeriggio è riservato al convegno "Poteri criminali e crisi della democrazia" nell'ambito del 3° seminario internazionale sul metodo mafioso che si tiene presso l'aula magna "Falcone-Borsellino" del palazzo di Giustizia di Palermo; dopo i saluti iniziali il primo intervento è stato quello del capo della Polizia.
"È importante strappare alla mafia la sua ricchezza, proseguire lungo una strada di trasparenza e legalità: solo quest'anno sono stati sequestrati 5 miliardi di beni all'organizzazione mafiosa". Lo ha detto il capo della Polizia, Antonio Manganelli, intervenendo al seminario.
Il Prefetto ha inoltre aggiunto che nel contrastare la mafia è necessario il concetto di squadra. "Questa regione a differenza di altre ha fatto molto in passato e ciò fan ben sperare in futuro. Basta pensare all'impegno di Confindustria, alle associazioni antiracket, senza dimenticare il sacrifico di Libero Grassi". Manganelli ha poi ricordato la nascita del pool antimafia che diede vita al maxiprocesso. "Nel 1984 due magistrati palermitani, Caponnetto e Falcone - ha detto - incontrarono l'allora ministro dell'Interno, Scalfaro, per la costituzione di un ufficio operativo centrale, allora una novità assoluta. Da allora molti progressi sono stati fatti e la magistratura di Palermo e' diventata leader di un concetto di squadra che nel corso degli anni è maturato e ha fatto scuola, un esempio da seguire sempre".
Il seminario - organizzato dal Dipartimento di scienze sociali dell'università degli studi di Palermo, in collaborazione con l'ufficio scolastico regionale per la Sicilia, l'Associazione nazionale magistrati, la rivista "Narcomafie", il Centro studi Pio La Torre, la Fondazione progetto legalità e l'ufficio dei referenti per la formazione professionale del Consiglio superiore della magistratura - rappresenta un'occasione di incontro e confronto tra forze dell'ordine, insegnanti, magistrati sui temi della criminalità organizzata nazionale e internazionale. Il ciclo di incontri - partiti a febbraio e che terminano con il seminario odierno - centra il proprio interesse sulle relazioni tra organizzazioni criminali mafiose, mondo della politica, sistema produttivo e mondo dell'informazione.
La giornata del capo della Polizia si conclude a Napoli, al teatro San Carlo, dove, per la prima volta, si esibisce la Banda musicale della Polizia di Stato con un concerto dedicato ai cittadini partenopei
(modificato il 26/06/2010)